di Edoardo Ciriaci
L’ASD Porta Romana è più di una squadra dilettantistica che ha tra gli obiettivi principali quello di insegnare il calcio a chi, si spera, diventerà il campione del futuro. «È chiaro che non sono più i tempi di qualche anno fa – dice il direttore generale Peppe Cimica – ma i ragazzi di oggi sognano ancora di diventare calciatori.». Ripercorrendo insieme a lui le tappe che hanno portato alla luce questo ambizioso progetto, ricorda che la società era inizialmente una polisportiva impegnata nelle tante attività del quartiere e della parrocchia: «Abbiamo voluto fare qualcosa di più, cercare di diventare un punto fermo» – ha sottolineato.
C’è tanta soddisfazione nelle parole del direttore mentre racconta che oggi il settore giovanile rosso azzurro è tra i più qualificati: «La vera svolta è arrivata quando abbiamo preso consapevolezza di voler fare le cose in grande. Servivano allenatori esperti e riconosciuti – Cimica cita il compianto Giovanni Felicetti – e non solo “il guardiano del campetto” che poi si fermasse anche ad allenare». Sicuramente la grande risposta della gente ha dato forza ed energie che servivano. «Spesso il nostro centro sportivo resta aperto anche per i ragazzi che non fanno parte dell’associazione ma che chiedono di poter giocare. Poi arrivano le voci delle mamme che li richiamano per cena e sembra di viaggiare indietro nel tempo».
C’è chi sogna grandi palcoscenici, chi sa che è difficile e altri che nella favola di Mattia Piermarini, che ad agosto ha esordito con l’Ascoli Calcio, vedono una speranza di successo. «È un fiore all’occhiello della società» dichiara il direttore generale Peppe Cimica. Quello che deve essere chiaro è che al campo di Porta Romana si impara a giocare a calcio «in una certa maniera e anche con uno sguardo al sociale – aggiunge Cimica – Non facciamo selezione perché non è nella nostra indole. Ad esempio, qualche giorno fa, una signora ci ha chiesto di iscrivere suo figlio che non aveva mai giocato e siamo stati felici di farlo. In più stiamo organizzando attività di integrazione con ragazzi non vedenti per far capire che c’è, purtroppo, qualcuno meno fortunato.».
Un lavoro in piena sinergia con l’impresa Panichi Srl che, da anni, affianca la società rosso azzurra in qualità di main sponsor. «Abbiamo fatto questa scelta perché l’Asd Pota Romana rappresenta una realtà con più di 250 ragazzi – racconta Stefano Panichi – e che ha dei sanissimi principi. Ricordo, in passato il premio “Fair Play” e il terzo tempo, una merenda tra i ragazzi, come si vede spesso nel rugby. Ci piace sostenere l’associazione perché ha l’ambizione di mantenere questa vocazione del vivaio giovanile. Quest’anno abbiamo puntato tanto sulla prima squadra, che milita in terza categoria, per permettere ai ragazzi che arrivano alla Juniores di fare un salto ulteriore di categoria. Secondo noi può costituire uno stimolo per i ragazzi più bravi che magari, poi, decideranno di restare con noi».
Stefano Panichi e Peppe Cimica svelano poi l’ultima idea dell’ASD Porta Romana, proposta in riunione: una borsa di studio o altri premi per i ragazzi più meritevoli, capaci di collegare l’aspetto calcio a quello scolastico e comportamentale. «L’obiettivo è quello di andare oltre l’insegnamento del gioco provando, in qualche modo, ad essere anche una scuola di vita.».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati