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Crisi idrica, il peggio è passato, ma servono piogge e neve

ASCOLI - La presidente della Ciip Ciancaleoni racconta i timori dell'estate e guarda al futuro: «Il potabilizzatore di Gerosa pronto nel 2026, nel frattempo si va avanti coi mezzi che abbiamo»
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di Peppe Ercoli

L’estate della grande paura per l’approvvigionamento idrico sembra volgere al termine, ma il rischio non è del tutto scongiurato.

Maddalena Ciancaleoni, presidente della Ciip, spiega che, «nonostante il picco di criticità sia stato superato, le sorgenti continuano a scendere lentamente». La situazione richiede monitoraggio costante, e le chiusure dei serbatoi proseguiranno almeno fino a fine settembre, in attesa di comprendere l’evoluzione delle piogge e la loro distribuzione.

 

Maddalena Ciancaleoni

 

Uno dei momenti più difficili di questa estate caldissima è stato il guasto tecnico verificatosi a Castel Trosino a Ferragosto. «La criticità ha coinvolto una vasta area, tra cui Ascoli e Folignano, ma grazie al pronto intervento del personale Ciip, la situazione è stata risolta in pochi giorni, nonostante l’impegno considerevole richiesto» commenta Ciancaleoni plaudendo ai dipendenti che hanno risolto il problema. «Sono stati fantastici, encomiabili».

Le chiusure notturne dei serbatoi, necessarie per permettere il ripristino delle riserve idriche, hanno creato disagi per le attività della costa, soprattutto alberghi e ristoranti. Ma c’è una spiegazione tecnica e chiara che così riassume la presidente della Ciip di Ascoli. «Il serbatoio deve rimanere chiuso per almeno 8 ore, altrimenti l’acqua potrebbe esaurirsi in modo imprevedibile, impedendoci di avere il controllo. La Ciip ha cercato di gestire gli orari delle chiusure in modo da minimizzare i disagi, prolungandoli durante il fine settimana, ma la necessità di garantire le 8 ore di chiusura è rimasta inderogabile nelle zone ancora soggette a restrizioni».

La chiave per i prossimi mesi rimane nelle condizioni meteorologiche: si spera non solo in piogge regolari, ma soprattutto in un inverno con abbondanti nevicate nelle zone sorgive, «che sono essenziali per ripristinare le riserve idriche e affrontare le prossime estati con maggiore serenità» aggiunge Ciancaleoni.

Per il futuro relativamente più lontano, le speranze di un approvvigionamento idrico più stabile si ripongono nei potabilizzatori del Lago di Gerosa e del fiume Tenna, che tuttavia non entreranno in funzione prima dell’estate del 2026. «Nel frattempo, l’estate 2025 sarà affrontata con le risorse attuali, gestite con attenzione» conclude la presidente della Ciip, esprimendo soddisfazione per la risposta della popolazione, «che ha accolto con senso di responsabilità le richieste di contenimento dei consumi, sebbene possano esserci stati casi isolati di uso eccessivo».

 


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