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La partita dal divano: Virtus Entella-Ascoli

SERIE C - Dopo un primo tempo senza se e senza ma, la "regola del due" torna a dettar legge. Il racconto della sconfitta bianconera al Chiavari
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di Lino Manni

 

Divano disponibile per domenica sera per Virtus Entella-Ascoli ma a Chiavari è scattata l’allerta meteo: gara rinviata. Allora ripiego al “Festival dell’Agricultura” a Folignano dove trovo Ron che canta “vorrei incontrarti tra cent’anni”. Non passano 100 anni, ma solo poche ore e ritrovo subito l’Ascoli. Il giorno dopo, un lunedì insignificante, in un orario assurdo, in una giornata calda e afosa che non ha nulla a che vedere con quella del giorno prima. Alla faccia dell’allerta meteo.

 

Una partita per pochi intimi, per pensionati e addetti ai lavori con una ventina di tifosi del Picchio (i pochi rimasti dei 74 della domenica) che lanciano cori contro la società bianconera e un gruppetto di ragazzini, di 13 massimo 14 anni, che incitano la squadra di casa. E’ la cornice di una partita brutta, senza idee (da ambo le parti) da fare invidia solo ai campionati di categoria inferiore.

 

Un primo tempo senza se e senza ma. Non succede nulla: sembra che sul campo ci sia il divieto di tirare in porta. Qualche brivido lo procura Curado, quando rischia di fare rigore, ma l’arbitro fischia una gamba tesa a favore dei bianconeri. Non c’è il var e quello che è stato… è stato.

 

Il riposo neanche servirebbe per quello che hanno fatto i 22 in campo nei primi quarantacinque minuti. Spero nella ripresa, ma il trend della partita non cambia. Poi, quando meno te l’aspetti, arriva la regola del…due. Dopo i 2 gol con l’Arezzo in Coppa, i 2 con la Spal arrivano quelli con l’Entella. Speriamo che non diventi una regola dell’Ascoli formato trasferta. Il caso ha voluto che proprio quando Carrera ne cambia due…arrivano i 2 gol. E solo un caso. Gol scaturiti soprattutto su dei banali errori di palleggio e non certo per la qualità degli avversari che avevano Stefano Di Mario e non…Angel Di Maria.

 

Bando alle ciance, ci prova il ragazzo di Ortona a riaprire la partita grazie anche al portiere dell’Entella che si era scordato il cappellino parasole negli spogliatoi. La fortuna poi ha fatto il resto con la punizione di Adjapong che si stampa sulla traversa.

 

Se sapessi a quale Santo affidarmi lo farei ma al momento posso solo cercare una riflessione e trovare una soluzione sull’enigmatico striscione di quella pattuglia di tifosi in curva che recitava: «meglio una coerente solitudine che un vile compromesso». Chi ci capisce è bravo.



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