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Ascoli Calcio, Pulcinelli: «Responsabilità della retrocessione al 90% mia, ai tifosi chiedo di ripartire insieme»

Al centro sportivo Picchio Village, l'imprenditore romano si concede alle domande dei giornalisti e rompe un silenzio durato circa 4 mesi. Tanti i temi toccati, tra i quali la fiducia al mister Carrera e l'ottimismo per la stagione in corso. Duro attacco a Castori. De Santis intanto si è dimesso
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Il patron Pulcinelli

 

 

di Edoardo Ciriaci

Un silenzio di 4 mesi interrotto dopo una storia su Instagram dal patron dell’Ascoli Calcio Massimo Pulcinelli che scrive: «Torniamo a parlare, oggi». Così è stato, alle 12 circa di giovedì 12 settembre nella sala stampa del Picchio Village, dove il numero uno bianconero ha risposto alle domande dei giornalisti presenti.

Non gli piace nascondersi e non ci prova neanche questa volta: «Abbiamo vissuto tutto in modo drammatico. Poi abbiamo pensato come lavorare per entrare in una dimensione nuova che è quella della C», analizza Pulcinelli che poi torna e disconosce fortemente quanto successo al termine della sfida casalinga al Pisa. «Una scena vergognosa che ha umiliato l’immagine della città, una pagina negativa. Siamo pronti per il nuovo campionato e sono convinto che sia stato fatto un buon lavoro, poi sarà il campo a parlare». Credeva di potercela fare, lo ripete ancora e si rammarica per un destino beffardo. Parla di un solo punto che ha negato all’Ascoli la gioia della salvezza, ma è consapevole anche lui che non sia colpo solo di qualche risultato storto. «Strada facendo di errori ne sono stati fatti tanti – ammette il patron -. De Santis e Neri avrebbero tenuto Breda, l’ex ds invece aveva già preso Viali».

 

Ce n’è per tutti. «Castori? Col senno di poi non l’avrei preso, siamo retrocessi per colpa sua. Si sono rotti giocatori come Botteghin, Mendes e Caligara che ora stanno bene, non sarà un caso», e su Bogdan: Tutta Terni sapeva fosse rotto. Ne stiamo pagando i danni e anche per questo motivo ho esonerato il direttore sportivo». E’ arrabbiato, deluso, Pulcinelli, che però resta composto, analizza e come un pugile all’angolo incassa i colpi cercando di mantenere alta la guardia. La lente d’ingrandimento si sposta sui tifosi, che lo hanno abbandonato. «C’è stato un confronto leale con alcuni punti di vista diversi ma non credo che abbiano deciso di rientrare. E’ un primo mattone per la risoluzione del conflitto. Abbonamenti? Quantità corretta ma dobbiamo lavorare per riconquistare la loro fiducia, come sempre fatto stiamo onorando tutte le scadenze e i pagamenti». 

 

Si autodefinisce ‘matto’, perché «chi fa calcio lo è» e intanto aspetta nuovi acquirenti. Della Metalcoat si parla, stavolta scoprendo le carte. «Stiamo ricostruendo dopo la vicenda del compratore che si è presentato al concessionario con i soldi di una Fiat per acquistare una Ferrari.». «L’incontro non ha aggiunto nulla all’offerta di un sesto o un settimo di ciò che può valere l’Ascoli. Non c’era secondo me questa profonda volontà di comprare. Chiude la parentesi e si concentra sul presente. Pulcinelli si complimenta con Carrera e ribadisce di aspettare Forte perché è «convinto che possa essere un grande valore aggiunto per noi.». Anche per questo non c’è fretta né necessità di guardare al mercato degli svincolati, eppure Righi qualche idea ce l’avrebbe.

Quando si parla di iscrizione si schiarisce la voce e chiede l’attenzione nel seguire una premessa importante: «Ringrazio Giuliano Tosti che dopo il litigio è tornato ad essere nostro sponsor per 100 mila euro. Faraotti, Gabrielli e Morosini hanno solamente anticipato le sponsorizzazioni, non abbiamo chiesto nessuna elemosina, il 90% dei soldi li abbiamo tirati fuori noi, sono state raccontate tante favole». Via il sassolino dalla scarpa e avanti così, con un Cda più piccolo, con Rabona che mantiene il 10% ma senza De Santis, dimesso perché «stanco di prendere insulti, credo io, anche se non me lo ha detto personalmente».

Sul finale un pensiero al settore giovanile, da tenersi stretto ed ecco perché i complimenti per il rinnovo di Nosdeo, ma soprattutto un invito ai tifosi: «Veniteci incontro e mettiamo da parte l’orgoglio, se amiamo l’Ascoli portiamo avanti i nostri sentimenti. Mi scuso per la terza volta per la retrocessione, il calcio è uno sport e in B ogni anno ne scendono quattro. Per un punto dopo 5 anni siamo retrocessi e siamo diventati da bravi professionisti a delle seghe. I se non contano più nulla, contano i fatti, dopo ogni insuccesso c’è la possibilità di creare poi un successo. Ripartiamo tutti insieme». 


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