di Walter Luzi
Chi ben incomincia è a metà dell’opera recita il vecchio proverbio. In viale dei Platani il vero problema è proprio quello: iniziare. Cosa? I lavori di riqualificazione dell’area di verde pubblico attrezzato a ridosso della pista ciclabile che prevedono la realizzazione di un ecomobility point a servizio della mobilità dolce. Alcuni abitanti della zona ci hanno segnalato l’abnorme ritardo accumulato, finora, nel via, come detto, ai lavori. L’area è infatti transennata dai primi di aprile e da allora, dunque, con utilizzo sempre precluso alle famiglie, e, soprattutto, agli anziani.
La durata dei lavori, inizialmente prevista in 240 giorni, ne ha contati quindi già passare, infruttuosamente, a oggi, più della metà. I disagi per il ritardo dell’inizio dei lavori si caricano poi di ulteriore apprensione, soprattutto per i residenti meno giovani, abituali frequentatori dell’area verde, circa il destino delle panchine. Resteranno, o dovranno far posto alle colonnine di ricarica elettrica. E poi. Sono previste anche opere di riqualificazione dell’area con la salvaguardia e, magari, l’arricchimento del verde? E queste benedette colonnine saranno destinate solo a bike e monopattini, o anche alle autovetture? E chi lo sa. Perchè in questo caso quel fazzoletto di verde potrebbe finire quasi del tutto ingoiato dall’asfalto. I pochi giochi per bambini, in parte già dismessi prima del transennamento dell’area, potrebbero sparire insieme ai pochi alberelli che stavano, pian piano, crescendo.
Un’altra grande contraddizione, una delle tantissime, della nostra epoca globalizzata ormai senza capo né coda. In nome infatti della svolta storica green, ma solo di nome e solo in Europa, che vedremo realizzata totalmente se, come, e chissà, quando, a favore della mobilità elettrica, si continuerà ad asfaltare prati e a tagliare alberi. L’uno e mezzo per cento della superficie mondiale convinta di poter combattere, da sola, l’inquinamento, i conseguenti, drammatici, cambiamenti climatici, e il surriscaldamento del pianeta che li genera. Nel resto del quale però, anche nei collegamenti aerei e marittimi, oltre che per la produzione di energia, si continuerà a fare massiccio utilizzo di combustibili fossili. Un grande bluff insomma, aggravato dalla nostra risaputa non autosufficienza energetica già oggi, prima ancora che quaranta milioni di autovetture elettriche si mettano in coda alle colonnine per fare rifornimento.
Ma è l’Europa, come per continuare ad appoggiare e finanziare guerre perse in partenza, che ce lo chiede. Ma, almeno stavolta, ci mette lei i soldi. Next generation eu. Fondi del Pnrr, 170.000 euro che si spenderanno solo per questo intervento a Monticelli di cui parliamo. Aspettando il gran giorno di cominciare a vedere uomini e mezzi della ditta umbra che si è aggiudicata l’appalto dei lavori, apprestarsi all’opera, nell’area sono state tagliate, intanto, le erbacce. Forse un presagio di imminente avvio? Oppure manutenzione del verde urbano semplicemente già programmata. Lo scopriremo solo sopravvivendo. Nella speranza che, presto, visto che è già troppo tardi, anche i capoccioni che ingrassano nei palazzi del potere, capiscano che l’umanità per tentare di salvarsi dalla autodistruzione può fare, ancora, soltanto una cosa. Piantare alberi. Non tagliarli.
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