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Crisi politica in Riviera, il centrosinistra: «Subito al voto, l’alternativa c’è»

SAN BENEDETTO - Dopo la crisi di maggioranza Pd, Verdi, Sinistra Italiana, Psi, M5S, Democratici per Canducci, Nos ed ex Articolo Uno invitano l'amministrazione a dimettersi per evitare una lunga gestione commissariale
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Ermanno Consorti, Felice Gregori, Giorgio Mancini, Diana Palestini, Paolo Canducci, Aurora Bottiglieri, Giorgio Fede, Roberto Bovara e Daniele Primavera

 

di Giuseppe Di Marco

 

Andare subito al voto e dare ai cittadini l’opportunità di scegliere un’alternativa all’attuale Amministrazione. E’ quello che liste e partiti di centrosinistra auspicano che avvenga in Riviera, previe dimissioni del sindaco Antonio Spazzafumo.

 

Rispetto alla richiesta di alcuni giorni fa, c’è la novità di un gruppo che ha intenzione, questa volta, di marciare unito. «Abbiamo atteso qualche giorno in attesa delle necessarie spiegazioni da parte dei due consiglieri fuoriusciti – ha detto Paolo CanducciLa città non può rimanere ostaggio di una maggioranza divisa. Che ci permettano di andare a votare al primo appuntamento utile. Un’alternativa c’è: non tutti i problemi sono stati superati, ma ci sono tanti punti in comune. San Benedetto ha bisogno di essere governata e la classe dirigente del centrosinistra è stata l’unica, negli ultimi 30 anni, ad aver dato prova di saper governare. Questa di oggi sarà l’ossatura della nostra proposta, ma nessuno ci impedisce di ragionare con altri gruppi o elementi».

 

Ad Aurora Bottiglieri invece risulta inconcepibile che il sindaco non abbia battuto ciglio dopo l’addio dalla maggioranza di Pasquali e De Renzis: «Il primo cittadino è andato avanti, e fino all’ultimo spero ci venga fornito un chiarimento rispetto a quanto avvenuto – ha aggiunto la consigliera – Non che si continui a parlare di successi, soprattutto in ambito sanitario, come l’ospedale e la casa di comunità».

 

Il convitato di spicco, in questo nuovo inizio del centrosinistra, è l’onorevole Giorgio Fede: «A San Benedetto c’è un problema di maggioranza – ha commentato il deputato – cosa che allontana gli elettori da un’effettiva partecipazione. Per il prossimo futuro bisogna evitare sommatorie senza costrutto: noi stiamo lavorando proprio su questo, anche perché lo scenario politico è realmente mutato, anche se quanto si dice oggi è una conseguenza dell’evoluzione politica più recente».

 

Il Pd non si tira indietro: «Il sindaco si renda conto che il suo percorso amministrativo è finito – ha asserito Diana PalestiniContinuiamo a vedere consiglieri e assessori uscire, e intanto ci si vanta di lavori che dovrebbero rappresentare il minimo da parte di un’Amministrazione. Eppure la crisi della città è evidente: non si decide niente per il verde e nemmeno per il turismo. Questo campo dell’alternativa è pronto a prendersi le proprie responsabilità».

 

Per Daniele Primavera «il Consiglio è il luogo dove va fatta la pianificazione finanziaria e urbanistica, ma ora non c’è la maggioranza per fare queste cose. Non ci sono le condizioni per prendere impegni nei confronti della città». La staffilata riguarda anche i lavori pubblici: «Per portarli avanti non c’è bisogno di un’Amministrazione, con il commissario andrebbero avanti ugualmente».

 

Dello stesso avviso anche Roberto Bovara, secondo cui «il civismo, perché funzioni, deve avere un programma estremamente definito» mentre sui settori chiave «come pesca e turismo – ha continuato Ermanno Consortic’è lo stallo totale, e intanto si rischia di consegnare San Benedetto ad una lunga gestione commissariale».

 

«Questa Amministrazione ha vinto le elezioni sulla base dello slogan: “Le forze politiche che hanno governato finora sono litigiose e non hanno portato risultati” – ha fatto notare Giorgio ManciniOggi affermiamo che non c’è coalizione civica se non c’è politica. E non si può arrivare alla prossima primavera e vedere le dimissioni di un sindaco con il bilancio di previsione, perché consegneremmo la città per un anno al commissario prefettizio. Da parte di tutti noi c’è un atto di responsabilità nel voler proseguire il cammino insieme».

 

E anche secondo Felice Gregori, infine, le dimissioni sarebbero «un atto dovuto nei confronti di tutti i cittadini».


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