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È una Samb plasmata a immagine di Palladini: ora serve migliorare il sostegno a Eusepi

SERIE D - Analisi delle prime due partite di campionato. Da valutare le potenzialità degli attaccanti in panchina che consentono di modificare l'assetto di gioco
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Samb-Recanatese, il rigore vincente di Eusepi – foto US Sambenedettese

 

di Pier Paolo Flammini

 

Samb con 4 punti in 2 partite, zero gol subiti, uno appena realizzato e su calcio di rigore: i numeri dicono già molto, seppur si è appena in avvio del campionato. Samb che, nonostante la ricerca della famosa amalgama, mostra già chiaramente l’impronta del suo allenatore.

 

Squadra costruita su indicazione di Palladini, e anche se mancano, a centrocampo, Guadalupi e Lulli, l’impressione è di una fisicità importante, a partire dal duo di difensori centrali Pezzola e Gennari e il ruo di centrocampisti Candellori-D’Eramo-Paolini, per finire con il centravanti Eusepi.

 

Squadra che combatte, lotta, non molla. Squadra che non cede allo spettacolo, che non si specchia in sé stessa, che bada alla massima “prima non prenderle, poi con questi attaccanti un gol lo faremo”.

 

Vediamo alcuni punti di forza e altri perfettibili dopo queste prime due partite.

 

1 Difesa ok. Pezzola e Gennari costituiscono una coppia già affiatatissima, ben supportati dai due terzini. Orsini, 2006, praticamente non è quasi mai intervenuto seriamente negli incontri ufficiali, e contro la Recanatese si è visto solo in una uscita spericolata ma necessaria.

 

2 Centrocampo combattivo: Candellori, D’Erasmo e Lulli sono un trio che fa dell’agonismo la propria dote principale. Con Guadalupi arriveranno, probabilmente, geometrie e ritmo, mentre Paolini è stato fino ad ora il giocatore risolutivo: in gol in Coppa, autore di una giocata fondamentale (e il rigore non si discute: netto e chiaro, semmai sarebbe stato grave non assegnarlo) contro la Recanatese. Deve però supportare di più l’attacco.

 

3 Kerjota e Battista. Qui veniamo al nodo da sciogliere. Due esterni di qualità, con Battista che sta andando spesso al cross e ha consentito a Eusepi di concludere tre volte dall’area piccola, pur in situazioni di marcatura. Due esterni che tuttavia non sono seconde punte, e dunque raramente contribuiscono a far densità a centro area quando l’altro va al traversone. Aspetto che era emerso già un anno fa, con il 4-3-3 di Lauro, poi corretto più volte.

 

4 Eusepi. Il gol è un toccasana per un attaccante, che contro la Recanatese è comunque andato alla conclusione pericolosa per ben tre volte a differenza dei precedenti incontri, oltre al rigore decisivo. Il capitano rossoblù ha però chiarito alcune questioni apparse lampanti. Affidiamoci alle sue parole: «Non è facile quando si è da soli con tre difensori alti 1,90» ha detto, e ricordiamo che fino ad ora Eusepi ha incontrato difese con tre centrali, e, sui cross di Battista, ha aggiunto: «Lui li fa rientrando e poi mettendo dentro, non è il genere che preferisco e se sono solo diventa difficile, perché se vado sul secondo palo davanti non c’è nessuno, se fossimo in due allora sarebbe diverso».

 

Ecco: troppo solo, poco appoggio dei centrocampisti. Certo, con il ritorno di Guadalupi le mezze ali diventano Paolini e Candellori, entrambi da inserimento più di D’Eramo, ma occorre che si crei maggiore densità nell’area di rigore avversaria, senza per questo scoprirsi. E veniamo all’ultimo punto.

 

5 La panchina: Baldassi, Moretti, Fabbrini. Baldassi è piaciuto molto e il suo ingresso, checché ne dica l’allenatore recanatese Filippi, è parso decisivo – Paolini forse non si sarebbe accentrato come ha fatto in occasione del rigore, senza la presenza di Baldassi che si era proposto per il passaggio attirando a sé altri marcatori. Moretti ha colpito un palo, dimostrando che può riprendere il feeling con i gol dopo un’annata buia. Fabbrini ha giocato pochi minuti e ha dimostrato quello che secondo noi era valido già un anno fa, ma poi arrivarono scelte diverse: è giocatore adattissimo per i finali di gara, sbagliato invece chiedergli un gioco anche di copertura tipico del 4-3-3.

 

I tre attaccanti hanno dimostrato però di essere molto duttili: Baldassi è entrato come trequartista cambiando l’assetto nel 4-2-3-1 ma può giocare anche come esterno e, se proprio fosse necessario, anche prima punta. Moretti può coprire tutti i ruoli dell’attacco, Fabbrini sia esterno che trequartista. Insomma, una batteria forte e variegata che può essere molto utile. Forse alcuni cambi possono essere gestiti prima, e probabilmente la variazione da 4-3-3 a 4-2-3-1 (o anche 4-2-4) nei finali di gara sarà un elemento quasi rituale nelle partite interne o nelle trasferte da vincere (saggiamente Palladini non lo ha fatto ad Ascoli dove le condizioni erano diverse).

 

6 Gli under. Posto che i due terzini Orfano e Chiatante garantiscono affidabilità e possono soltanto migliorare, crediamo che la Samb debba valutare al meglio la presenza di un under titolare 2006, in modo da non subire contraccolpi in caso di assenza di Orsini. Come ha detto Palladini, per ora in rosa ci sono Tataranni e Orlando, e non sappiamo se saranno subito pronti se dovesse occorrere. La società dovrebbe valutare forse un nuovo rincalzo oppure servirà garantire un minimo minutaggio, quando le condizioni del risultato lo permetteranno, per non farsi trovare sorpresi.


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