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Alti e bassi per la stagione turistica del Piceno, la Cna: «Indispensabile coinvolgere le università»

L'ANALISI - Per Francesco Balloni e Arianna Trillini «quello degli ultimi mesi è indubbiamente un quadro in chiaroscuro, che al di là di alcune note positive deve far riflettere sull’offerta turistica proposta dal Piceno ai potenziali visitatori»
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Giulio Piergallini, Antonio Scipioni, Barbara Tomassini, Arianna Trillini, Francesco Balloni

 

Con l’autunno ormai alle porte, per la Cna di Ascoli Piceno è già tempo di tracciare un primo bilancio della stagione estiva nel Piceno, che da sempre fa dell’accoglienza offerta dalle sue piccole e medie imprese attive dalla montagna alla costa un punto di forza del tessuto economico locale.

 

Quest’anno, in provincia di Ascoli, il turismo ha visto protagoniste 1.529 imprese – dati Camera di Commercio delle Marche aggiornati al 31 agosto -, pari all’8,1% delle aziende complessivamente attive su tutto il territorio provinciale, senza considerare l’intero indotto che inevitabilmente trae beneficio dalla presenza di turisti sul territorio. Si tratta, nello specifico, di realtà attive nei servizi di alloggio e ristorazione, alle prese con un calo dell’8,8% rispetto al dato dello scorso anno, con una perdita di 147 unità rispetto alle 1.676 di fine estate 2023. Numeri in linea, e addirittura meno confortanti, di quelli che certificano il netto calo di imprese del Piceno, che su tutti i settori accusa una perdita del 7,3% in termini di aziende attive rispetto a un anno fa.

 

In un’estate caratterizzata dai rincari, in cui cittadini e famiglie italiane hanno speso cifre indubbiamente superiori alle medie elaborate per le Marche nel 2023 dalla Camera di Commercio – 118 euro pro capite per il viaggio, ai 62 euro al giorno per l’alloggio e ai 59 euro al giorno per beni e servizi  – le indicazioni fornite dagli imprenditori del territorio evidenziano come, rispetto al bilancio positivo dell’estate 2023, il patrimonio culturale piceno, le bellezze naturali e le eccellenze enogastronomiche locali abbiano assistito a una diminuzione di presenze, diffuso principalmente sulla costa e nei borghi dell’entroterra.

 

«Quest’estate abbiamo fatto i conti con un calo turistico, in linea con il trend negativo che ha coinvolto tutta Italia – afferma Antonio Scipioni, vicepresidente Cna Ascoli Piceno per le aree interne – Abbiamo assistito a una contrazione delle visite, che va ad aggiungersi alle ben note ripercussioni del sisma sulla quotidianità delle aree interne. Il nostro territorio ha bisogno di maggiori sinergie tra istituzioni, associazioni di categoria e imprese per formulare delle proposte più accattivanti dal punto di vista economico e territoriale. C’è molto lavoro da fare anche sul piano di una formazione che coinvolga addetti ai lavori ed enti locali nell’ottica di un marketing territoriale all’avanguardia. Affidarsi alle università e a dei manager specializzati consentirebbe di intraprendere un percorso virtuoso per emergere sul piano turistico».

 

Situazione molto simile anche sul versante est del Piceno, dove concessioni balneari e strutture ricettive hanno assistito a una diminuzione di visitatori sulla costa. «Questa stagione turistica ha portato con sé un calo del 15-20% di presenze – commenta Giulio Piergallini, vicepresidente Cna Ascoli Piceno per l’area costiera – In particolare, il bilancio dei weekend è stato positivo, con una partecipazione in linea con le aspettative, mentre nei giorni infrasettimanali, specie nel mese di luglio, il calo è stato tangibile».

 

Stando alle impressioni di albergatori e concessionari di spiaggia, a condizionare in negativo la stagione della Riviera delle Palme è stata la composizione meno massiccia dei nuclei familiari in villeggiatura, passati a 3 unità – perlopiù madre, padre e figlio o figlia – dai 5 o 6 familiari che fino a pochi anni fa sceglievano di trascorrere le vacanze in compagnia. Il quadro, inoltre, risulta ancor più negativo per le strutture alberghiere tradizionali, costrette a confrontarsi con nuovi b&b e soluzioni ricettive distanti per costi e modalità che, nel corso dell’estate, hanno attirato in percentuale un gran numero di visitatori.

 

Buone notizie, fortunatamente, arrivano dal capoluogo ascolano, dove l’estate ha portato in dote un buon riscontro in termini di presenze.

 

«A partire dalla mia esperienza personale, trovandomi nella via delle antiche botteghe storiche di Ascoli, posso dire che la città riesce a catturare la curiosità dei turistiBarbara Tomassini, vicepresidente Cna Ascoli Piceno per la città di Ascoli – Si tratta principalmente di un turismo di dimensione spesso familiare e legato alla cultura, certamente non di lunga permanenza. Il visitatore viene ad Ascoli per assaporarla e non per soggiornare a lungo, portando con sé un ricordo della città. A beneficiarne sono principalmente bar, locali e realtà attive nella ristorazione, con una richiesta in continuo aumento. Spesso, però, questa esperienza determina anche un cambiamento di vita. In questi anni, ad esempio, abbiamo assistito all’insediamento di una piccola comunità di americani, che dopo aver visitato la città scelgono di restarci dopo la pensione».

 

«Quello degli ultimi mesi è indubbiamente un quadro in chiaroscuro, che al di là di alcune note positive deve far riflettere sull’offerta turistica proposta dal Piceno ai potenziali visitatori – commentano Francesco Balloni e Arianna Trillini, direttore e presidente della Cna di Ascoli Piceno – È indispensabile, in vista dei mesi a venire, alzare l’asticella della nostra offerta turistica rafforzando il legame con le università del territorio, affidandoci a figure esperte in ottica turistica per ampliare il ventaglio di proposte in favore dei potenziali visitatori».


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