La decisione della Banca Centrale Europea di tagliare i tassi di interesse dello 0,25% non soddisfa del tutto la Cna di Ascoli e le piccole e medie imprese del territorio che, per portare avanti investimenti cruciali per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale locale, hanno bisogno di maggiori tutele sull’accesso al credito.
Come sottolineato dall’associazione anche a livello nazionale, la revisione al ribasso delle stime di crescita da parte della stessa Bce suggerivano un taglio più robusto.
In questo senso, è evidente come il principale problema per le economie dell’Eurozona sia rappresentato dal minore contributo della domanda interna alla base della decrescita stimata nei prossimi trimestri.
In definitiva, per la Cna il taglio dei tassi di interesse operato dalla Bce è indubbiamente un primo passo apprezzabile, ma non certo soddisfacente per garantire la dovuta stabilità a chi, da mesi, attende risposte concrete sul fronte del credito.
«Ogni giorno le aziende del Piceno fanno i conti con una stretta persistente, che in assenza di risorse accessibili impedisce di programmare investimenti a breve e lungo termine – commenta Arianna Trillini, presidente della Cna di Ascoli -. A ciò si aggiunge un pesante aggravamento negli ultimi due anni del costo del denaro che ha seriamente compromesso la redditività aziendale, con conseguente diminuzione della capacità di autofinanziamento per le imprese».
«A farne le spese, ovviamente, sono famiglie, artigiani e imprese, che di questi tempi avvertono un forte bisogno di liquidità, necessaria anche per far fronte agli investimenti collegati ai numerosi bandi NextAppennino in cui sono previsti coinvestimenti da parte degli imprenditori locali – continua -. Per finalizzare gli interventi a sostegno del nostro territorio serve una forte coesione da parte di tutti gli stakeholder, primi fra tutti gli istituti di credito, altrimenti si rischia che le molte azioni introdotte dal Governo non abbiano l’efficacia sperata».
«Di fronte a una stagnazione economica indubbiamente preoccupante e a un’inflazione tendenzialmente in flessione – conclude Trillini – è indispensabile che il sistema creditizio nazionale, oltre ad adottare tempestivamente le condizioni disposte dalla Bce a beneficio della clientela, allenti questa politica di irrigidimento, che rischia di soffocare gran parte dell’ossatura produttiva nazionale».
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