di Pier Paolo Flammini
E’ morto, all’età di 59 anni, Salvatore Schillaci, meglio conosciuto come Totò, capocannoniere ai Mondiali di Italia ’90, quello delle “Notti Magiche“, come da inno di Gianna Nannini e Edoardo Bennato, il Mondiale del sogno italiano, della Coppa del M0ndo che sembrava spettare di diritto agli Azzurri e che invece sfumò incredibilmente: quasi un simbolo dell’ubriacatura degli anni Ottanta prima del risveglio degli anni che sarebbero seguiti.
Ma lui, Totò Schillaci, palermitano, tanta gavetta sui campi della Sicilia in Serie B prima di arrivare, a 25 anni, alla corte della Juve, è stato il principale protagonista di quel sogno. Più di Roberto Baggio. Sei gol partendo inizialmente dalla panchina dopo una sola stagione di Serie A, con la Juve di Zoff (15 gol per lui quando le marcature pesavano un po’ di più di oggi) e una Nazione letteralmente ai piedi, con feste per tutto lo Stivale a ogni vittoria, fino alla doccia fredda dell’eliminazione con l’Argentina. Ma anche in quell’occasione Schillaci aveva segnato, così come, nella triste finale per il terzo posto, all’Inghilterra, su un rigore che il gemello Baggio gli aveva lasciato calciare per guadagnare il titolo di capocannoniere.
Totò Schillaci aveva incrociato più volte le squadre del Piceno, l’Ascoli in Serie A con la Juventus all’inizio degli Anni ’90, la Samb in Serie B alla fine del decennio precedente con la maglia del Messina, di cui era capitano. Proprio alla Samb, con il Messina di Franco Scoglio, nel 1986-87 Schillaci segnò due gol in due diverse stagioni.
Il primo al 39′ minuto di Messina-Samb del 4 gennaio 1987, sedicesima giornata: fu anche il suo primo gol assoluto in Serie B. In panchina c’era Franco Scoglio, mentre nella Samb c’era Roberto Clagluna e, in campo per i rossoblù anche il campione del mondo Franco Selvaggi, con Cagni in difesa.
Il secondo, il 9 aprile 1989, fu il 15esimo gol stagionale di Totò (arrivò poi a 23), in un 1-1 a Messina, con Schillaci in gol al 49′ e pareggio di Roselli al 71′, anche se la Samb alla fine retrocederà in C abbandonando, da allora, la Serie B, mentre Schillaci, guidato dal direttore sportivo messinese-sambenedettese Enzo Nucifora, recentemente scomparso, sarebbe approdato alla Juve e alle “Notti Magiche”. Nella panchina del Messina c’era Zdenek Zeman.
Qualche mese dopo, alla Juve, ecco invece sfidare per la prima volta l’Ascoli: domenica 10 settembre terminerà 3-1, con un’autorete di Antonio Sabato su tiro di Schillaci (con le regole odierne sarebbe qualificato probabilmente come marcatura di Schillaci) dopo che Casagrande aveva accorciato le distanze. In panchina da una parte Zoff, dalla parte ascolana Bersellini.
Dopo le Notti Magiche eccolo di nuovo ad Ascoli, il 24 novembre 1991, con la Juve di Trapattoni che si impose 2-0, senza però le marcature del tridente Schillaci-Casiraghi-Baggio e infine, domenica 12 aprile, l’ultima partita contro una formazione picena: 1-0 per i torinesi con 14esimo gol stagionale di Roberto Baggio. Le “Notti Magiche” erano già lontane ma il ricordo di Totò Schillaci non morirà mai.
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