di Walter Luzi
Con il pensionamento di Flavia Lucidi la Provincia di Ascoli perde un altro pezzo della sua storia. Per quarantuno anni e sette mesi si è occupata, esclusivamente, della contabilità generale dell’ente, attraversando quasi mezzo secolo della sua vita. Dagli antichi fasti fino al dissesto finanziario dei giorni nostri.
Nata a Castorano, ma presto trasferitasi ad Appignano del Tronto, Flavia varca la soglia dell’austero Palazzo del Governo affacciato sulla centralissima piazza Simonetti dieci giorni dopo aver festeggiato il suo ventiduesimo compleanno. È il 30 dicembre 1982. Con un diploma in Ragioneria va ad occuparsi della contabilità generale, fra scadenzari e mandati di pagamento. Lei ancora non può saperlo, ma è destinata a non lasciare più quell’ufficio. Il presidente della Provincia in quell’anno della sua assunzione è Francesco Carbone. Bei tempi. Sarà il primo degli undici che vedrà alternarsi nel corso della sua lunga permanenza nell’ente. Dopo Carbone si succederanno infatti, nell’ordine, Giovanni Basso, Federico Vitali, Romualdo Cafini, Pietro Colonnella, Massimo Rossi, Piero Celani, Paolo D’Erasmo, Sergio Fabiani, Luigi Capriotti, fino a quello attuale, Sergio Loggi, sindaco di Monteprandone.
Una lunga parabola discendente quella percorsa dalla Provincia di Ascoli negli ultimi vent’anni. Un declino segnato dalla sopravvenuta scissione, patita nel 2004, della neo provincia di Fermo, e aggravato dal dissesto economico conseguenti alla riforma Del Rio del 2014. Il riordino delle province di dieci anni fa ha svuotato l’Ente di competenze, ma, soprattutto, le casse dei fondi indispensabili per le varie voci di spesa che continuano a gravare comunque per garantire servizi, anche essenziali. A luglio scorso ne è stato decretato ufficialmente il dissesto finanziario. Non è l’unica provincia in Italia, ma in numerosa compagnia.
«La scissione della nuova provincia di Fermo – ricorda Flavia Lucidi – ha costituito il momento più critico della nostra storia, anche per il conseguente esodo di tanti colleghi verso la nuova sede fermana e la Regione. I dipendenti della Provincia di Ascoli prima della scissione erano quasi quattrocento, oggi ne restano solo centotrenta».
Molti uffici, brulicanti di impiegati in passato, sono oggi chiusi, silenziosi e vuoti. Nel 2010 Flavia consegue una posizione organizzativa con Vicariato. Da poco si chiama elevata qualificazione con l’assunzione di nuove funzioni delegate che si aggiungono al potere di firma. Dal 2017 si è occupata anche dei conti dell’Ata, l’Assemblea territoriale d’ambito per il settore rifiuti. «Gli ex presidenti Celani e D’Erasmo – confessa – sono quelli a cui mi sento più legata, ma ho avuto sempre ottimi rapporti con tutti i dirigenti e i colleghi. Li ricorderò sempre tutti, uno ad uno, con affetto e piacere».
Attestazioni di stima e affetto reciproci che sono stati ribaditi, non senza una punta di commozione, nel corso della cena di addio ospitata dal ristorante “Santa Lucia”. Abbracci e lucciconi per tutti. Vecchi e attuali colleghi e dirigenti. Nessuno è voluto mancare all’appuntamento, a cominciare proprio dai due ex presidenti a cui lei è rimasta più legata, forse per aver condiviso con loro i momenti più critici della storia dell’ente.
Celani, ultimo presidente della Provincia di Ascoli ad essere proclamato da una elezione amministrativa, ha ricordato con lei alcuni aneddoti legati proprio ai giorni più neri seguiti alla “doppia disgrazia” come l’ha definita, della scissione con Fermo e della successiva abolizione delle Province. Giorni drammatici, soprattutto sotto il profilo finanziario, che Flavia, direttamente interessata nel suo ufficio dai mutati (in peggio) flussi di cassa, soffrì particolarmente. Flavia è sposata con Giovanni Allevi, che non è il talentuoso e famoso pianista, ma solo omonimo e parente alla lontana dell’artista ascolano per parte della suocera. E una figlia, Sara, che è una impiegata contabile anche lei in una ditta della vallata. Il papà di Flavia, Giacomo Lucidi, era un cantoniere dell’Anas. Custodiva il suo cantone, alla pari di tutti i suoi colleghi, come fosse casa sua. Oggi la Provincia non ha più né personale, né fondi, per garantire la stessa cura del servizio.
Se da un lato i costi della politica nell’ente sono stati giustamente quasi azzerati, grazie alla già citata riforma del 2014, dall’altro i servizi hanno patito, indecorosamente, i tagli di spesa. Se cultura ed istruzione sono stati infatti demandati alle Regioni, le manutenzioni di scuole e strade soprattutto, hanno sofferto del drastico taglio di fondi. La mamma di Flavia invece, Adele “Gina” Pannerini, sartina in gioventù, era stata poi casalinga. Flavia ha una sorella, Emiliana, che porta questo nome perché il papà aveva servito il Paese in guerra nel battaglione Emilia.
Successivamente Giacomo Lucidi era stato anche segretario della sezione comunale del Partito Comunista a Castorano, credendo e battendosi sempre per gli alti ideali fondanti della nostra Costituzione. «Oggi si starà rivoltando nella tomba…», commenta amara Flavia. Era stato anche assessore e vice sindaco del comune di Castorano con la giunta Baiocchi dal 1951 al 1956, e consigliere nello stesso Comune dal 1946 al 1951 e poi dal 1956 al 1964. Se n’è andato nel duemila.
Messi via brogliacci e calcolatrici, ora la neo pensionata Flavia Lucidi avrà più tempo per i suoi hobby preferiti: i lavori all’uncinetto, e accudire i suoi (a oggi) nove gatti. Auguri anche dalla redazione di Cronache Picene.
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