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Circolo dei Sambenedettesi: «Rischiamo di restare senza sede, Amministrazione e città ci devono aiutare»

SAN BENEDETTO - Gino Troli e il direttivo dell'associazione chiamano in causa il Comune ma anche l'intera città: «Dove siamo ora paghiamo tutto, non abbiamo risorse sufficienti. Chiediamo un trattamento congruo per una associazione che è attiva da 53 anni e mantiene viva la memoria cittadina»
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Il Circolo dei Sambenedettesi, direttivo

 

di Pier Paolo Flammini

 

Cinquantatré anni di vita, ma una situazione logistica precaria. L’urlo del “Circolo dei Sambenedettesi” arriva per bocca del suo presidente Gino Troli, corroborato dall’intero direttivo e dall’associazione gemellaRibalta Picena“. Il “Circolo” cerca una nuova sede, «non una nuova stanza», precisa Troli.

 

Benedetta Trevisani e Lorenzo Nico con gli archivi del Circolo dei Sambenedettesi

«Siamo qui dal 2005, e paghiamo affitto e condominio – spiega Troli – Altre associazioni che lavorano nel settore della conservazione della memoria marinara hanno ottenuto spazi in comodato d’uso». Il tesoriere Lorenzo Nico spiega la situazione economica: «Le nostre spese vive ammontano a 5 mila euro all’anno, e pubblichiamo 5 o 6 numeri del nostro giornale, Lu Campanò, e un gadget per tutti i soci: il costo della tessera è 25 euro, invariato dal 2002, e abbiamo 425 soci». Facendo due conti, è facile capire come la situazione economica non possa essere florida, anche «se qui tutti svolgono un lavoro di volontariato, non ci sono retribuzioni», aggiunge Troli.

 

La questione si è riaccesa perché da tempo il “Circolo” chiede all’Amministrazione Comunale un aiuto per trovare una nuova sede: quella attuale è ubicata nella struttura che ospita il Mercato Ittico e i Musei del Mare, ma la situazione è precaria: «Non abbiamo certezza di poter restare qui e non abbiamo alcuna indicazione su possibili novità. Tempo fa si diceva che saremmo stati spostati in via Vittorio Veneto, ma lì ora ci sono altre meritorie associazioni».

 

Lorenzo Nico, Maria Lucia Gaetani, Gino Troli, Nicola Piattoni del Circolo dei Sambenedettesi

«Eppure – continua Troli – il “Circolo” è veramente depositario della storia e della cultura marinara e sambenedettese, dobbiamo preservare il lavoro di tanti nostri progenitori. Per ricostruire la storia degli ultimi 50 anni della città occorre leggere Lu Campanò. Siamo l’associazione culturale più antica di San Benedetto. Aspettiamo una risposta dall’Amministrazione Comunale ma anche della città, perché qui non ce la facciamo più. Svolgiamo anche tantissimi eventi, spesso molto partecipati e apprezzati, ma lo facciamo in una situazione non semplice».

 

Benedetta Trevisani, ex presidente del Circolo, aggiunge: «Nel maggio 2005 il signor Nicola De Fanis, che ha ospitato gratuitamente in Piazza Matteotti la sede del Circolo per 24 anni, ha dovuto recuperare quei locali. Abbiamo pensato all’area del Mercato Ittico anche per la funzione del Circolo. E anche grazie alla nostra presenza alcune presenze non proprio piacevoli che stazionavano in area portuale di sera si sono allontanate. Ci hanno anche riconosciuto come Istituto per la Conservazione delle Tradizioni Marinare e della Lingua del Luogo».

 

L’architetto Nicola Piattoni dichiara con durezza: «Questo rapporto nei confronti del Circolo dei Sambenedettesi lede la nostra dignità, non ci aiuta restare in questo stato di precarierà. Occorre capire se questo istituto è importante per il Comune e per i sambenedettesi. Io sono un tifoso che tiene alla Samb moltissimo, ma mi sembra che in città si tenga più alla Samb che al Circolo. Attendiamo una risposta seria e definitiva. Ci hanno offerto una alternativa ma sinceramente era deprimente». Anche la vicepresidente Maria Lucia Gaetani concorda: «Andiamo avanti con le nostre forze, se avessimo un supporto dalla città non sarebbe male».

 

La sede del “Circolo” è di supporto anche per l’associazione teatrale “Ribalta Picena”, nata nel 1993, come spiega il referente Giancarlo Brandimarte: «Svolgiamo qui le prove per le nostre recite. In tanti anni abbiamo lanciato Natale al Borgo, Vernacolando sulla spiaggia, riproposto l’opera ‘Ttenella, e quest’anno assieme al circolo lanceremo l’Accademia popolare del dialetto sambenedettese. Ma farlo in questi spazi dove ormai è possibile più inserire materiale di archivio, diventa difficile».

 

Per ultimo parla il giornalista Patrizio Patrizi: «Cinquantatré anni di storia non possono essere cancellati in maniera così indegna e iniqua. Stiamo rivendicando un ruolo che ci appartiene, ma ci vengono negati incontri e dialogo».


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