di Irene Santori (amazzone che ha partecipato al concorso ippico “Città di Ascoli”)
Gentile direttore,
ho 22 anni e, sin da piccola, pratico l’equitazione. Ho partecipato, nel weekend appena trascorso (dal 20 al 22 settembre), alla 2° edizione del concorso ippico di salto ostacoli “Città di Ascoli”. Protagonisti in campo amazzoni e cavalieri di qualsiasi età, agonisti di vari livelli, dai dilettanti ai più esperti. Le scrivo perché mi piacerebbe, attraverso il giornale, far arrivare i ringraziamenti agli organizzatori per un evento così importante nella nostra regione.
Vivo in provincia di Fermo e per partecipare ai concorsi devo, solitamente, raggiungere mete lontane: in Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Lazio (solo per citarne alcune) poiché nelle Marche non ci sono strutture adeguate che permettono di organizzare eventi così rilevanti. Dunque, quella di Ascoli è una gara equestre senza dubbio unica nella nostra regione e che, infatti, richiama l’attenzione di moltissimi spettatori, dai più piccoli ai più grandi.
Vedere tutta quella gente sulle tribune dello stadio Squarcia, nel cuore della città, per noi cavalieri è stato un immenso piacere. Il calore e la presenza del pubblico ci esorta a dare sempre il meglio e a portare, poi, nelle nostre case questa grande gioia che arriva dall’affinità tra noi e il cavallo. Un rapporto di fiducia reciproca che è difficile da spiegare ma molto bello da vivere. Ho apprezzato anche la sensibilità organizzativa nel prevedere il convegno “Il cavallo atleta e terapeuta. Arricchimento dello spazio esistenziale dei giovani”, che ha evidenziato il ruolo del cavallo come risorsa di crescita e sviluppo delle nuove generazioni.
Sappiamo infatti che il cavallo viene usato come animale da ippoterapia e che quindi ha un’influenza cruciale su tutti quei ragazzi e quelle ragazze con problematiche di vario genere e che insieme al cavallo possono trovare pace e serenità senza discriminazioni e senza essere giudicati.
Da “protagonista” ho potuto apprezzare direttamente l’impegno organizzativo: dalle tribune al bar, dal campo fino alle scuderie. Senza dubbio è stato difficile preparare un evento di questo tipo, soprattutto per lo spazio ristretto che il campo Squarcia offre. Una parte, infatti, è stata riservata alla gara e l’altra al riscaldamento. Un campo più piccolo rispetto a una normale arena da salto ma gli organizzatori sono riusciti a tirare fuori il meglio e a garantire sicurezza per cavalli e cavalieri.
Quest’anno, per la 2° edizione, ho deciso di iscrivere il mio nuovo cavallo di 6 anni, Lord Dilan, dopo appena tre mesi che ci conosciamo e dopo una sola gara fatta insieme. Sono rimasta comunque molto soddisfatta del mio compagno di gara: nella giornata di sabato abbiamo partecipato alla categoria Silver dell’altezza di 1,20m conclusa con uno sfortunato errore che non ci ha permesso di ottenere la seconda posizione (il nostro era il secondo miglior tempo), ma ci ha fatti arrivare al 6° posto con tanto di giro d’onore.
Domenica abbiamo sfiorato la possibilità di fare il secondo giro d’onore, questa volta c’è stato un mio errore tecnico. Lord Dilan ha dimostrato, tutti e tre i giorni, di essere un cavallo dal cuore d’oro, pronto ad aiutarmi nel momento del bisogno. Continuiamo a lavorare e a guardare avanti per affrontare le prossime sfide! Un binomio molto giovane che ancora deve consolidarsi e questo evento ci ha dato la possibilità di rafforzare il nostro legame e di conoscerci sempre meglio, in un posto vicino casa. A lui devo moltissimo perché è entrato nella mia vita in un momento della mia carriera in cui stavo per gettare la spugna e invece mi ha fatto vedere la luce in fondo a quel tunnel che sembrava infinito!
È difficile spiegare cosa si prova quando si sale a cavallo e ci si prepara per una gara, le emozioni sono tante e possono essere positive e negative allo stesso tempo: positive perché quando si sta lì sopra non si pensa a nient’altro se non al proprio cavallo e dunque si è circondati da sensazioni talmente belle che raccontarle non sarebbe come viverle; negative, per così dire, perché immersi in quest’aria di grande positività non vengono meno l’ansia, la preoccupazione della gara e mille pensieri che prima del suono della campana attraversano la mente di ogni cavaliere.
Abbiamo a che fare con degli esseri viventi con un cuore e con delle emozioni: anche loro sentono la pressione della gara e sta a noi capirli e farli sentire a loro agio. Uno sport, il nostro, che purtroppo non è conosciuto e ammirato da molti, direi addirittura che è sottovalutato.
Queste iniziative, come il concorso ippico “Città di Ascoli”, contribuiscono ad evidenziare che non “andiamo semplicemente a cavallo”: l’equitazione è lavoro, sacrificio, amore, passione, senso di responsabilità e altruismo, qualità che molti sport non hanno.
Inoltre, è bene ricordare che l’equitazione è uno dei pochissimi sport, se non l’unico, in cui uomini e donne, bambini e adulti gareggiano a pari livello senza distinzioni di sesso: questo è molto importante per il concetto di uguaglianza di cui oggi si discute molto.
Oltre a tutti gli organizzatori dell’evento, ci tengo a ringraziare chi da vicino mi ha supportata emotivamente e aiutata tecnicamente nel pre-gara ma anche durante la gara stessa: i miei istruttori che ogni giorno, da 13 anni, mi seguono negli allenamenti e mi accompagnano ai concorsi, Francesco Villotti ed Elia Villotti, tutto il mio team “Cavalli delle Fonti” che dimostra di essere unito e sempre più consolidato; non per ultimi, i miei genitori senza i quali tutto questo non sarebbe possibile.
Concludo con il dire che porterò con me questa magnifica esperienza e farò tesoro di tutto.
Io e Dilan aspettiamo con piacere la 3° edizione 2025 di questo evento speciale Fise di Ascoli Piceno.
Concorso Ippico “Città di Ascoli”, oltre 6.000 presenze per la seconda edizione
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