di Walter Luzi
Ada, festa di compleanno a cifra tonda. 40. Tanti sono gli anni di vita dell’Associazione Diabetici Ascolana. E 25 invece, quelli passati dalla prima elezione del suo presidente storico, Piervincenzo Coccia.
La festa per la doppia ricorrenza è stata, come ci voleva proprio, grande. Villa Angelini ha fatto registrare il sold out perché nessuno, fra soci e sostenitori, è voluto mancare. A cominciare da due vecchi amici della benemerita associazione. Massimiliano Brugni e Giovanni Silvestri. Due persone sempre molto vicine all’Ada ben al di là degli incarichi istituzionali rivestiti in giunta, che hanno anche portato il saluto del sindaco e di tutta l’amministrazione comunale.
Ma i veri protagonisti della giornata sono stati i grandi padri fondatori di quasi mezzo secolo fa. Acclamati come star, e circondati di affetto sincero, quasi palpabile. I dottori Domenico Zappasodi e Filippo Soletti. Fu decisivo il loro contributo per la nascita dell’Ada. Professionalità e competenza, certo, ma, soprattutto, sensibilità e disponibilità. Due portatori di quella grande umanità che costituisce, da sempre, il patrimonio principale, e caratterizzante, dell’associazione. Che nasce nello studio del notaio Amadio il 6 settembre 1984. Oltre ai due medici, già fondatori e responsabili, tre anni prima, del neonato centro diabetologico interno all’Ospedale “Mazzoni”, la tengono a battesimo il compianto Eraldo Cognoli, che fu subito designato primo presidente, Nazzarena Celani, un giovanissimo Piervincenzo, Vincenzo per gli amici, Coccia, l’infermiera Giuliana Angelini, Guido Paolini, Marcello Profeta e Antoni Cicconi.
Qualcuno di loro ci ha, purtroppo, già lasciato. È una delle prime associazioni pro-diabetici a nascere in Italia in quei primi anni Ottanta. L’Ada apre subito, a fianco del centro ospedaliero, che verrà riconosciuto dalla legge regionale 38 nel 1987, un piccolo ufficio per il primo sostegno ai pazienti affetti da questa subdola patologia. Dentro, una scrivania, e una sedia soltanto. Ma l’entusiasmo, e più spesso lo spirito di abnegazione dei primi pionieri, supplisce, da subito, ad ogni carenza. L’associazione diventa molto presto un punto di riferimento prezioso per i diabetici ascolani.
Nel 1999 Vincenzo Coccia ne assume la presidenza. Anche alla grande festa del quarantennale è, come sempre, impareggiabile maestro cerimoniere. Ringrazia tutti. Anche la dottoressa Nicoletta Natalini, direttore generale della Azienda Sanitaria Territoriale, e i degni successori di Zappasodi e Soletti, i dottori Graziano Simonella, Lina Clementi e Rosa Anna Rabini. Consegna a tutti delle targhe ricordo. Prima che la festa prenda il via. Una tradizione che solo il covid ha potuto interrompere. Una festa in famiglia. La grande famiglia dell’Ada. Musica e buona tavola, lotteria e torneo di briscola. Le ricette migliori sono fatte di pochi, genuini e immutabili ingredienti.
E quando la festa finisce si torna alla mission, con collaboratrici storiche e sostenitori che continuano a supportare le iniziative promosse dall’associazione. Tese alla prevenzione, diagnosi precoce, trattamenti, riabilitazione e socializzazione. Non solo. Anche alla sensibilizzazione, volta alla prevenzione della malattia, organizzando screening gratuiti dell’indice glicemico nelle piazze. Perchè il trend del diabete è in crescita. Sono almeno 85.000 le persone che, solo nelle Marche, devono assumere un farmaco antidiabetico.
Ma è probabile che costituiscano solo la punta dell’iceberg perché moltissime altre neanche sanno, ancora, di esserne affetti. L’unità operativa di Diabetologia di Ascoli e San Benedetto del Tronto, oggi è guidata, come detto, dalla dottoressa Rabini, che coordina un team comprendente dietiste, podologhe, assistenti sanitarie e infermiere. Quasi 7.000 le persone con diabete seguite nella provincia e in quelle limitrofe. Sessantanove anni l’età media dei nuovi casi. Accessi alle cure in aumento (+ 8%) nel 2023 rispetto all’anno precedente. Per fortuna che c’è l’Ada.
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