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Alta velocità, Valentini rilancia: «Nuova autostrada arretrata» L’analisi del presidente

INFRASTRUTTURE - Il presidente della fondazione San Giacomo della Marca: «Si ripropone l’ipotesi di valutare l’alternativa progettuale di una nuova autostrada arretrata a 4 corsie da Porto Sant’Elpidio sino al collegamento con l’A24 con l’attiguo passaggio della nuova linea ferroviaria, ipotesi proposta da tempo da noi e da molti altri, tra cui il presidente dell’Istao Baldassarri che parteciperà al nostro convengo del prossimo 11 ottobre al Teatro di Porto San Giorgio. Ipotesi che sostituirebbe la realizzazione della programmata Mezzina che sarebbe allo scoperto e pertanto molto più impattante ambientalmente di un intervento congiunto autostrada/ferrovia che in buona parte potrebbe essere interrato»
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(foto Cristiano Ninonà)

«Prima dell’inizio dell’estate sia il Parlamento Europeo che il Consiglio Europeo hanno approvato il nuovo Regolamento Europeo delle Reti Ten-T che prevede l’estensione del Corridoio Baltico Adriatico sino a Bari. La nuova Commissione Europea ha dato inoltre come priorità per le infrastrutture il Piano per i collegamenti ferroviari ad Alta Velocità tra i Paesi europei di cui si è discusso nel recente incontro di Budapest tra i Ministri dei Trasporto Europei. Con tali determinazioni dell’Europa si aprono grandi opportunità per superare il grande ritardo infrastrutturale sulla dorsale adriatica che ha penalizzato fortemente lo sviluppo delle regioni adriatiche, tra cui le Marche». E’ quanto fa presente Massimo Valentini, presidente della fondazione San Giacomo della Marca.

«Al proposito siamo in attesa di conoscere lo studio di fattibilità che RFI sta elaborando per la dorsale adriatica e chi si era impegnato a far conoscere nei prossimi mesi prevedendo una realizzazione a stralci, augurandoci vivamente che il primo stralcio ricomprenda almeno Ancona. Uno studio per la nuova linea ferroviaria arretrata per i treni di AV, AC e merci lasciando l’attuale linea e le relative stazioni come metropolitana di superficie che collega all’unico hub intermodale di Ancona. Penso che sia a tutti chiaro che il punto discriminante per le Marche non sia avere solo una linea di media velocità, ma anche una vera linea di alta velocità che rientri nei parametri di collegamento europeo, come penso sia altrettanto chiaro che puntare ad una vera AV implica accettare come unico hub regionale Ancona, collegata al resto della regione con la già menzionata metropolitana di superficie sulla linea esistente. Se per limitare l’impatto ambientale si sta valutando il passaggio della nuova linea attigua al passaggio dell’A14 che da Pesaro a Porto Sant’Elpidio è sufficientemente distanziata dalla costa e dai centri urbani, tale ipotesi appare irrealizzabile nel tratto sud della regione che presenta grandi criticità ambientali, peraltro attestate anche dal recente studio di Aspi per la terza corsia che ha documentato l’estrema complessità dell’intervento, sia per l’impatto ambientale che per la sicurezza e i costi, tanto che l’intervento di implementazione sul tratto sud dell’A14 sprovvisto di terza corsia – rimarca il presidente Valentini – non è previsto nel piano delle opere di Aspi. A questo punto si ripropone l’ipotesi di valutare l’alternativa progettuale di una nuova autostrada arretrata a 4 corsie da Porto Sant’Elpidio sino al collegamento con l’A24 con l’attiguo passaggio della nuova linea ferroviaria, ipotesi proposta da tempo da noi e da molti altri, tra cui il presidente dell’Istao Baldassarri che parteciperà al nostro convengo del prossimo 11 ottobre al Teatro di Porto San Giorgio. Ipotesi che sostituirebbe la realizzazione della programmata Mezzina che sarebbe allo scoperto e pertanto molto più impattante ambientalmente di un intervento congiunto autostrada/ferrovia che in buona parte potrebbe essere interrato. Occorre però uscire dal terreno delle opinioni e affidarsi con fiducia a quanto prevede l’iter di legge per queste grandi opere infrastrutturali. È fondamentale che il confronto tra i soggetti legittimati a partecipare al Dibattito Pubblico previsto dalla normativa avvenga su alternative progettuali studiate analiticamente secondo il previsto criterio dei costi/benefici. La valutazione delle varie alternative progettuali prevista dal procedimento di legge appare la strada che assicura partecipazione e scelta della soluzione più idonea allo sviluppo sostenibile delle Marche». 

 


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