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Ascoli, il ds Righi: «Quanto visto finora non è in linea con le idee calcistiche del club, per i giocatori gli alibi sono finiti»

CALCIO - Il direttore sportivo bianconero non si sbilancia sulla scelta di Ledesma: «Posso solo che è il nostro allenatore». Su Carrera: «L'esonero è sempre una sconfitta per tutti». Sulla sfida contro il Rimini: «Mi aspetto di più dalla squadra, servono risposte anche dai giocatori». Un passaggio sull'ambiente: «Sembra che qualsiasi cosa si faccia non vada mai bene»
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Il direttore sportivo Emanuele Righi (foto Ascoli Calcio)

di Salvatore Mastropietro

 

L’Ascoli Calcio volta pagina con l’arrivo di Cristian Daniel Ledesma in panchina, dopo l’esonero di Massimo Carrera. Un cambio deciso, operato dalla società con la speranza di dare una svolta al rendimento della squadra, reduce da un avvio di stagione al di sotto delle aspettative con 8 punti raccolti in 6 partite. Il direttore sportivo Emanuele Righi, in conferenza stampa, ha fatto il punto della situazione, spiegando le motivazioni dietro la scelta e le aspettative per il futuro immediato della squadra.

 

«La società aveva puntato in maniera convinta su Carrera», ha esordito Righi, «quest’anno ci abbiamo provato ma è una sconfitta per tutti quando si arriva all’esonero. Ho avuto un ottimo rapporto con lui, soprattutto dal punto di vista umano, ma abbiamo dovuto prendere questa decisione».

 

La fiducia iniziale riposta in Carrera non è bastata a salvargli il posto, a causa di prestazioni non all’altezza delle ambizioni del club. La scelta di cambiare guida tecnica è stata inevitabile, secondo Righi, che ha voluto sottolineare l’importanza di guardare avanti, con il focus immediato sulla prossima partita contro il Rimini, glissando sulla domanda che chiedeva se la scelta di Ledesma fosse definitva o temporanea: «Ledesma è il nostro allenatore e non posso aggiungere altro» ha affermato il direttore sportivo, «ora conta solo preparare bene questa partita, oltre non possiamo andare, la testa è solo sul Rimini».

 

Il rapporto umano con Carrera resta comunque un punto centrale per Righi, che ha speso parole di stima per il tecnico uscente: «Dal punto di vista umano, Carrera è una delle persone migliori che ho conosciuto nel mondo del calcio. Entrambi ci siamo spesi per cercare di risollevare le sorti dell’Ascoli. Poi siamo sottoposti tutti al giudizio del campo, respingo chi dice che tra me e lui non ci sia stato del feeling».

 

Righi ha anche chiarito che la decisione di esonerare Carrera non è stata presa in seguito a consultazioni con i giocatori, sottolineando che «non ci siamo confrontati con i calciatori per cambiare allenatore, i giocatori devono fare i giocatori e hanno il campo per dire la propria». Un aspetto cruciale è stato invece il rendimento della squadra: «Dal punto di vista dell’identità di gioco, la squadra non ha mostrato tanto e quindi bisognava cambiare, è sotto gli occhi di tutti quello che non ha funzionato».

 

In merito alle critiche ricevute per il cambio tecnico, il dirigente ha ribattuto: «Mi sorprende che ci si stupisca del cambio di allenatore dopo che era stato al centro della critica da diversi mesi. Non devo dare spiegazioni particolari. L’allenatore deve fare il suo lavoro sul campo sempre al massimo, non mi confronto col mister da un punto di vista tattico. Sto avendo la sensazione che qui ad Ascoli qualunque cosa faccia non vada mai bene. Non è una situazione piacevole, ma sicuramente è molto stimolante e a me le sfide stimolanti piacciono».

 

La scelta di esonerare Carrera è stata dettata da una valutazione globale delle necessità del club, senza badare troppo alle tempistiche: «Quando si deve fare una scelta per il bene dell’Ascoli non si guarda il calendario. Semplicemente si è ritenuto che quanto visto finora non fosse confacente con le idee calcistiche dell’Ascoli».

 

Righi ha poi evidenziato alcune problematiche oggettive della squadra: «Io non parlo di tattica altrimenti avrei fatto l’allenatore. La squadra ha delle difficoltà oggettive, ci possono essere anche mie responsabilità, mi aspetto che i calciatori facciano di più perché è nelle loro corde, anche se in due giorni non si può cambiare dal giorno alla notte. Questa scelta responsabilizza i calciatori in maniera definitiva, non possono esserci alibi».

 

Tra i giocatori su cui Righi conta per il futuro c’è Tremolada, di cui ha detto: «È un giocatore molto importante con delle caratteristiche chiare e se scegli di farlo giocare devi metterlo nelle condizioni di esprimersi al massimo». Un altro tassello significativo sarà l’inserimento di Giorgi nello staff tecnico di Ledesma: «Giorgi fa parte dello staff tecnico di Ledesma e aiuterà a preparare la partita di domani. Di Ledesma posso dire solo che è l’allenatore dell’Ascoli per la partita col Rimini, se l’ho scelto è perché di lui conosco vita, morte e miracoli. Per il resto non mi sbilancio per non dare vantaggi a Buscè che è uno degli allenatori migliori tra gli emergenti».

 

L’attesa ora è tutta per l’imminente sfida contro il Rimini, una partita cruciale per la nuova gestione: «Mi aspetto un Ascoli affamato e determinato e contro il Rimini ben allenato da Buscè, uno dei tecnici più interessanti. Bisognerà fare di più, posso garantire che il nostro è un gruppo molto sano ma ora gli alibi sono finiti. Se non ci saranno risposte interverremo in maniera convinta anche sui calciatori».

 

Infine, sul tema di eventuali rinforzi a centrocampo, Righi ha messo in chiaro la linea del club: «Ingressi a centrocampo tra gli svincolati? Contatti ce ne sono stati con diversi calciatori, ma se devo prendere un centrocampista per un applauso personale non lo faccio. Questo centrocampo verte su scelte fatte verso i giovani come Lo Scalzo e Bando. L’Ascoli ha iniziato un nuovo cammino. Capisco che le aspettative della piazza sono sempre alte, ma qui è iniziata una nuova storia».

 

Accettando le critiche, il direttore sportivo conclude con una dichiarazione forte e chiara: «Se poi devo prendermi le critiche perché manca un centrocampista, le accetto, ma a me interessa solo il bene dell’Ascoli e l’Ascoli è più importante di un centrocampista».

 


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