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Ponte Ancaranese, Fioravanti e Castelli rispondono a Loggi: «Provincia in palese difficoltà»

ASCOLI - La questione sulla chiusura della fondamentale infrastruttura si è spostata sul piano politico. Una nota congiunta di sindaco e commissario alla ricostruzione ne ripercorre le ultime tappe della vicenda precisando alcuni aspetti dopo l'ultima sortita del massimo rappresentante di Palazzo San Filippo
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Con una nota congiunta il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti e il commissario alla ricostruzione Guido Castelli ripercorrono la vicenda relativa al ponte sulla “Ancaranese”, la cui chiusura sta attirando tante polemiche nelle ultime settimane. Una nota che sa di risposta al presidente della Provincia Sergio Loggi, che aveva parlato di presunte frizioni tra i due, rispondendo a Fioravanti che lo aveva precedentemente tirato in ballo (leggi qui). Insomma, come era lecito prevedere, la vicenda si sta purtroppo spostando sul piano politico.

Fioravanti e Castelli

 

«Il ponte sull’Ancaranese è una struttura vitale non solo per il territorio, ma perché rappresenta un elemento strategico anche del piano di rivitalizzazione viaria del cratere sismico, ed in particolare per la mobilità interregionale Marche e Abruzzo, costantemente al centro dell’attenzione dei governatori Acquaroli e Marsilio -si legge nella nota-. É per questo che, nell’ambito della redazione del piano delle opere pubbliche della regione Marche approvato con Ordinanza commissariale 137 del 2023 ed in seguito a segnalazione da parte della Provincia di Ascoli del nesso di causalità con il danno da sisma, sono state stanziate dalla struttura commissariale risorse per 7.680.000 euro, che si vanno a sommare a ulteriori complessivi 5.279.000 euro di Fondi Mit e Anas, per la rigenerazione delle strade provinciali nel tratto interessato dai due ponti affiancati sul fiume Tronto nei Comuni di Ascoli e Ancarano (Te), designando per l’appunto la Provincia ascolana nel ruolo di soggetto attuatore dell’intervento».

 

«In considerazione dell’importanza dell’attuazione dell’intervento, e stante il mancato rispetto del cronoprogramma da parte della Provincia di Ascoli, il 4 settembre 2023 con proprio decreto, Castelli ha individuato l’Ufficio Speciale Ricostruzione della Regione Marche quale nuovo soggetto attuatore dell’intervento – continua -. L’Usr si è subito adoperato, nominando tempestivamente il Rup che ha redatto, ai sensi del nuovo codice dei contratti, il documento di fattibilità delle alternative progettuali acquisendo, tra l’altro, l’apprezzamento pubblico anche del segretario provinciale del Pd Piceno».

Sergio Loggi

 

«Il progetto proposto dall’Usr, giova ricordare, prevedeva la demolizione dei due manufatti che compongono il ponte, quello in muratura e quello in cemento armato, con la ricostruzione di un’unica infrastruttura – proseguono Fioravanti e Castelli -. Il tutto senza però interrompere il traffico veicolare in una zona così sensibile per il Piceno e la Val Vibrata; ragion per cui la circolazione sarebbe stata garantita grazie al passaggio dei mezzi sul ponte in cemento armato, che sarebbe a sua volta stato oggetto di adeguamento e monitoraggio costante prima di essere demolito».

 

«Il 31 gennaio si è svolta la Conferenza dei servizi regionale per acquisire i pareri sul suddetto progetto, che ha ricevuto assenso generale fatta salva la richiesta del rappresentante del Mic, che, relativamente al manufatto in muratura sottoposto a vincolo di tutela ope legis e ai fini della demolizione, ha prescritto l’avvio del procedimento di Verifica dell’interesse culturale – è la prosecuzione -. Detto procedimento risulta avviato dalla Provincia di Teramo e verosimilmente dovrebbe concludersi entro i primi giorni del mese di ottobre. All’esito dello stesso potrà concludersi la redazione del Progetto di fattibilità tecnico-economica da parte del progettista interno all’Usr, già formalmente individuato».

Il ponte

 

«Parallelamente alle attività per la realizzazione della nuova opera, abbiamo appreso che la Provincia di Teramo lo scorso 8 agosto ha disposto con ordinanza la chiusura del ponte in muratura in quanto da studi effettuati sarebbe emerso che non risulta più garantita la percorribilità in sicurezza –spiegano ancora-. Si rende quindi oggi necessario, come peraltro già richiesto a gran voce dai sindaci di Ancarano, Castel di Lama e Colli del Tronto, adeguare il ponte in cemento armato affinché possa essere utilizzato a doppio senso di marcia. Non si tratterebbe di null’altro che di procedere coerentemente a quanto già stabilito nel Docfap approvato e discusso nel corso della Conferenza dei servizi per la cantierizzazione del nuovo ponte, senza riserva alcuna agli atti da parte dell’Amministrazione provinciale».

 

«I cittadini, il mondo produttivo ed industriale del nostro territorio – concludono Fioravanti e Castelli – non possono ulteriormente subire le palesi difficoltà della Provincia di Ascoli, hanno necessità di soluzioni immediate atte a ridurre i disagi. La soluzione c’è, basta attuarla».

 

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