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Premio Crocetta, vince Cosimo Daniele Bombardieri (Le foto)

ASCOLI - L’ottava edizione del concorso nazionale di composizione musicale vinta dal trentaseienne bresciano. A vent’anni dalla scomparsa i versi e le opere di Mauro Crocetta continuano ad essere fonte di ispirazione per i giovani compositori. Ma anche di riflessione profonda per tutti su grandi temi sempre d’attualità. Al noto volto televisivo Pino Strabioli è andato il Premio Cultura
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La premiazione di Pino Strabioli

 

di Walter Luzi

 

Premio Crocetta, poesia in musica. E non solo. Nella sala della Vittoria della civica pinacoteca di Ascoli “Il profumo della terra” è il titolo del brano che ha permesso al lombardo Cosimo Daniele Bombardieri di aggiudicarsi l’ottava edizione del concorso nazionale di composizione “Poesia in musica, verso l’Assoluto di Mauro Crocetta”.

Il maestro e direttore artistico Lamberto Lugli con i tre finalisti del concorso

 

Clarinettista, studi musicali condotti fra Calabria e Lombardia, direttore di orchestra e docente. Una vittoria, la sua sul filo di lana, perché, come ha spiegato anche stavolta la dottoressa Maria Rosaria Sarcina, presidente della Fondazione Crocetta, i tre finalisti sono tutti vincitori già solo per il fatto di aver superato le lunghe e severe selezioni. Magra consolazione per il trentottenne abruzzese di Spoltore, Giuseppe Renzetti, che proponeva il suo “Lux”, e il ventinovenne pesarese di Mondavio Gianmarco Spallacci autore di “Corale”.

 

Tutte esecuzioni per pianoforte le loro composizioni, eseguite, rispettivamente, da Alessandro Ubaldi, Lorenzo Gaspari e Matteo Ottavianelli della scuola del Conservatorio “Rossini” di Pesaro. E tutte ispirate loro, come tradizione, dai versi di Mauro Crocetta. “Tra l’erba” la poesia tratta dalla raccolta “Alle soglie della vita” scelta quest’anno come traccia per i musicisti. È del 1973. Un inno all’amore e alla vita. E alla bellezza della Natura, da cui esse non potranno essere  mai disgiunte. Rileggendole mezzo secolo dopo, a guardarsi  bene intorno, verrebbe da piangere.

 

Lo sa bene Maria Rosaria Sarcina, compagna di vita dell’artista ed anima della manifestazione, quando nel video di avvio di serata ricorda «noi siamo vita, noi siamo amore». Che non deve essere inteso solo come la celebrazione di una lunga e felice comunione, come la loro, di corpi e, soprattutto, di anime. Ma come un grido di dolore, e una esortazione universale. «In un’epoca – spiega più emozionata che mai – dove si ha disperato bisogno, e sempre più difficoltà ad esprimere, il più nobile dei sentimenti, in cui la violenza, la sopraffazione e la guerra sembra non conoscano più argini».

I tre finalisti con i loro pianisti

 

E questo concorso è portatore, da sempre, di questi nobili messaggi. Destinati ai più giovani, che rappresentano, in ogni caso, il futuro. Esaltandone l’impegno e il talento di quelli che nella buona musica, nel sacrificio di una applicazione quotidiana, e nella sensibilità assai poco comune di questi tempi, ci danno conforto e speranza. Il Premio Crocetta va infatti ben oltre l’esibizione da salotto buono, ma si sforza di mettere sempre in sintonia il mondo troppo spesso virtuale, vuoto e dunque ingannevole, con quello “vero”. Da ricostruire sulle uniche basi che contano davvero, che restano “Amore, Verità e Giustizia”.

 

Oltre le mode, e i pensieri dominanti imposti. Quello che ti fa riconoscere, per dirla con i versi del poliedrico artista prematuramente scomparso nel 2004 “il profumo della vita, il piacere dell’amore, l’emozione di un fiore”. Si parte sulle  “ali sospinte da leggera brezza” da Icaro, uno dei Miti celebrati da Crocetta, musicato da Andrea Talmelli. L’esecuzione è di Claudio Azzaro con la sua fisarmonica, arricchita dalla coreografia di Giulia Pignoloni, una delle allieve di danza della professoressa Maria Luigia Neroni allo “Spontini”.

La dottoressa Sarcina legge la motivazione del premio

 

Aprono loro la serata che vede premiare, dopo i giovani artisti in lizza, anche l’impegno dei tanti che lavorano alla riuscita della serata per un anno intero. Oltre ai collaboratori della Fondazione Mauro Crocetta, coordinati dal suo già ricordato faro, i tanti professionisti del settore che con passione, competenza e altrettanto affetto, sostengono il concorso ascolano. Come il direttore artistico professor Lamberto Lugli del conservatorio “Rossini” di Pesaro, partner tradizionale, o il maestro Andrea Talmelli, presidente della qualificata giuria tecnica. Solo per citarne alcuni senza mancare di rispetto ai tanti altri. O come l’Istituto Musicale “Gaspare Spontini”, fin dalla prima edizione prezioso sostegno della manifestazione, con la sua Maria Puca riconfermata ancora, per acclamazione, nella veste di ormai spigliata conduttrice.

 

Arriva, sempre di corsa, anche il sindaco Marco Fioravanti a portare il saluto del Comune dopo quello del suo assessore all’Istruzione Donatella Ferretti. Torna il vincitore della scorsa edizione, Tiziano De Felice, a proporre per l’occasione il suo inedito “Diario notturno”. Gli orchestrali che lo eseguono sono giovani studenti e docenti dello “Spontini” e del “Rossini”, Zaccaria Santarsiere (sassofono contralto) Ludovico Venturini (vibrafono) e Filippo Spinozzi (grancassa). Ha ragione il sindaco. I veri fenomeni sono loro, non i troppi deficienti in bella mostra su Tik Tok. Li dirige la docente Giusy Di Biase, nonostante la vistosa dolce attesa. Auguri.

Strabioli riceve il premio

 

Il clou della serata, prima dei verdetti, è la consegna del Premio Cultura a Pino Strabioli. Volto noto del piccolo schermo con competenze, e tante esperienze, maturate in ambiti diversi. Teatro, da attore e direttore artistico, radio, e tanta, tanta televisione. Ma di qualità. Di spessore. In veste di conduttore di programmi anche molto popolari, ma mai banali. Sovente presentatore di appuntamenti culturali e premi letterari, o format legati, da profondo conoscitore, alla storia della musica italiana e ai miti della nostra canzone, ma anche all’evoluzione di usi e costumi. Sempre garbato, sobrio, discreto. Sempre lontano dagli eccessi del mondo dello spettacolo, dalla tv spazzatura, dal gossip, e dalla cosiddetta informazione, presunta, ma comunque urlata. Uno che si batte per salvare i piccoli teatri dalla chiusura. Uno fuori dal tempo insomma. Natali marchigiani e umbro di adozione.

 

«Mi correggono sempre, ancora – rivela – quando declino le generalità. Giuseppe Strabioli, nato il 26 luglio 1963 a Porto San Giorgio, provincia di Ascoli Piceno. No. Ancora non riesco ad abituarmi all’idea che siamo passati sotto la nuova provincia di Fermo». Da Maria Rosaria Sarcina riceve in dono un bassorilievo di Mauro Crocetta del 1990. «Un artista – commenta Strabioli – che ha saputo fondere poesia e scultura e che ha saputo rendere leggero anche il bronzo». Si intitola “Pace”.

 

Eh sì. C’è chi si ostina a voler continuare a pronunciare ancora questa parola. A voler continuare ad “essere cielo, nuvola, luce” per dirla sempre con Mauro Crocetta, anche in tempi bui. A voler recuperare, e fare salva sempre, la nostra prima peculiarità perduta. L’Umanità. Qualcuno è convinto che la cultura possa produrre anche ricchezza. Sarà. A noi, dopo serate come questa, ci basta già, da sola, la principale. Quella dello spirito.

 


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