di Maria Nerina Galiè
Momenti di tensione all’interno del carcere di Ascoli per il comportamento assunto da un detenuto che ha costretto ad intervenire gli agenti della polizia penitenziaria, rimasti infine feriti, così come alcuni agenti della Questura di Ascoli. Ne dà notizia il sindacato Osapp, attraverso il suo rappresentante, Salvatore De Blasi.
Sin dal pomeriggio di lunedì 30 settembre, un magrebino ha iniziato a procurarsi ferite, mettendo in atto anche un tentativo di impiccagione, prontamente sventato dai baschi azzurri con la solita professionalità che li contraddistingue. Tempestivo ed efficace anche l’intervento, estremamente professionale, della dottoressa ed dell’infermiera di turno.
Una volta calmato, il detenuto in ambulanza è stato accompagnato in ospedale, con una scorta anche degli agenti della Questura di Ascoli. Vista la mancanza di unità psichiatrica al Mazzoni, è stato successivamente inviato presso l’ospedale di San Benedetto dove c’è un reparto in grado di accogliere questo tipo di pazienti.
Giunto al Pronto soccorso il detenuto ha però dato in escandescenza, seminando paura e sgomento tra il personale sanitario ed i pazienti in attesa di essere visitati. Durante i momenti concitati per ricondurlo alla calma, l’uomo ha ferito gli agenti di polizia e quelli carcerari con prognosi da 4 a 15 giorni.
«Resta purtroppo la delusione che ormai alberga nelle forze di polizia, per questa assurda dimenticanza dei politici, verso gli uomini in divisa. Nonostante le tante aggressioni, soprattutto negli istituti penitenziari, nessuno fa niente per migliorare la vita lavorativa di questi servitori dello Stato», osserva Salvatore De Blasi, assicurando che l’Osapp, continuerà la sua battaglia, «denunciando queste situazioni, e soprattutto la mancanza di personale e mezzi adeguati per porre definitivamente il freno a queste aggressioni».
Il sindacato ha più volte segnalato ai vertici dell’amministrazione penitenziaria le gravi carenze del carcere di Marino, «ma dall’altra parte – conclude De Blasi – come al solito solo indifferenza».
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