di Pier Paolo Flammini
Va detto, lo abbiamo scritto, che dopo la pandemia Covid-19 qualcosa si è mosso, non si sa quanto per fortuna o per merito, e non si sa neanche se bene o male (clicca qui per leggere l’articolo). Ma la sensazione diffusa, nonostante alcune ulteriori imminenti novità, crisi politica permettendo – ad esempio la riqualificazione di Piatta Montebello ad oltre 15 anni di distanza dall’abbattimento della struttura del Mercato della Verdura – è che lo sviluppo di San Benedetto si sia fermato alla fine degli Anni ’90. Almeno a livello di programmazione (si pensi che il Piano Regolatore vigente è del 1984…).
Così, all’incontro dello scorso 24 settembre per la presentazione del Pums (brutto acronimo burocratico che sta per Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), sono state presentate delle soluzioni che in realtà galleggiano nella discussione cittadina da tanto tempo. Venticinque-trent’anni.
Questo non significa che il lavoro dei tecnici della Isfort, la società che sta lavorando al Pums, o della giunta Spazzafumo, che lo ha commissionato e avrà, salvo sorprese, l’onere e l’onore di trasformare il Piano in azione amministrativa, sia un mero scopiazzamento di idee del passato. Semmai significa che le necessità e le soluzioni sono sempre lì, sotto gli occhi di tutti, ma nonostante siano trascorsi decenni se ne continua a parlare per incapacità amministrativa.
Nel Piano si parla di realizzare una nuova fermata ferroviaria, per la metropolitana di superficie, in zona Ragnola, su Viale dello Sport, a servizio del flusso di traffico previsto per la realizzazione del nuovo polo sanitario, ospedale compreso. Ebbene alla fine degli anni ’90 la giunta Perazzoli aveva già previsto questa soluzione, con la nuova stazione (se non ricordiamo male, non proprio una fermata ma una stazione moderna e dotata di tutti i confort, a partire dai parcheggi per automobili e pullman) da ubicare di fronte all’attuale caserma dei Carabinieri. Poi non se ne fece nulla. Come la metro di superficie, in grado di collegare rapidamente Ascoli a Porto San Giorgio passando per San Benedetto, i cui fondi furono poi dirottati all’elettrificazione della tratta Ascoli-Porto d’Ascoli.
E cosa dire del parcheggio interrato in Piazza San Giovanni Battista? Questa soluzione fu oggetto di un project financing da parte dell’allora giunta Perazzoli, ma anche qui non se ne fece nulla per un semplice motivo: il bando andò deserto. Tradotto: nessun privato trovò conveniente realizzare il parcheggio interrato in cambio della gestione degli stalli e dei box. Certo, sarebbe una soluzione perfetta, per liberare non solo il centro ma, all’occorrenza, la stessa Piazza San Giovanni Battista, diventata da 40 anni un enorme parcheggio quando sarebbe uno spazio ideale per manifestazioni (qui, negli anni ’80 e ’90, suonarono tra gli altri Dalla e Morandi e persino i Doors, senza Jim Morrison ovviamente). Uno spazio che, in ambito urbano, si fa fatica a trovare, in queste dimensioni, in queste zone di Marche e Abruzzo.
Terzo, forse più clamoroso, la previsione di una pista ciclabile in Viale De Gasperi, con limiti al traffico veicolare a 30 chilometri orari. Clamoroso perché la pista ciclabile fu realizzata, nel dicembre 1999, sempre dalla giunta Perazzoli, forse con poca avvedutezza riguardo i tempi elettorali (si votava in primavera) quelli climatici (dicembre e gennaio sono i più freddi anche per i ciclisti) e infine per una certa fretta (si poteva fare meglio). Seguirono infatti polemiche infinite, molte a sfondo elettorale, e la pista ciclabile fu cancellata. Il problema è che poi i sindaci successivi si superarono in fantasia, tanto che Viale De Gasperi gode di una unicità non invidiabile: ha un Lato A, ovvero il marciapiede ovest, realizzato dalla giunta Martinelli e in cui campeggiano imperturbabili paletti in ghisa di cui nessuno ha mai spiegato la funzione; e un Lato B, abnorme, dal disegno e dai materiali diversi, che si è mangiato lo spazio per la necessaria ciclabile (giunta Gaspari, vicesindaco ai tempi di Perazzoli).
«Se si parla ancora di queste cose, evidentemente nessuno le ha realizzate nonostante i decenni trascorsi» ironizza, ma neanche troppo, l’ex sindaco Perazzoli. Speriamo di non star ancora a parlare di queste cose nel 2050. Che si facciano, e pace.
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