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Pfizer, futuro incerto per lo stabilimento di Ascoli

IL COLOSSO farmaceutico statunitense con sede a New York effettuerà una ristrutturazione aziendale nel corso del 2026. Già dal 2025 sono però previsti interventi sul personale nei 40 stabilimenti presenti nel mondo. Nel capoluogo ci sarebbero una cinquantina di esuberi da gestire in maniera volontaria attraverso una serie di incentivi economici. Dipendenti e sindacati preoccupati ma per ora nessun allarmismo
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di Luca Capponi

 

La Pzifer di Ascoli rinuncerà a una cinquantina di unità nel corso del prossimo anno. Il colosso farmaceutico statunitense con sede a New York effettuerà una ristrutturazione aziendale nel corso del 2026; già dal 2025 sono però previsti interventi sul personale nei 40 stabilimenti presenti nel mondo, quindi anche in quello ascolano.

Lo stabilimento Pfizer di Ascoli

 

Negli ultimi giorni si stanno susseguendo riunioni tra la direzione della sede picena, personale e sindacati per cercare di inquadrare al meglio ciò che accadrà di preciso, anche perché in ballo c’è il futuro di uno dei presidi più solidi del territorio e, soprattutto, quello delle 800 famiglie che lì trovano impiego e sostentamento.

 

Dalle indiscrezioni che emergono, Pfizer starebbe pensando di gestire in maniera volontaria gli esuberi attraverso una serie di incentivi economici. Significa che, in parole povere, non intende attivare nessuna pratica di licenziamento ma cercare una base di dipendenti a tempo indeterminato che si offra di lasciare l’azienda o essere “accompagnato” al pensionamento in maniera spontanea, sulla base ovviamente di un riconoscimento di tipo economico, cosa peraltro già effettuata nel corso del 2024 con una ventina di dipendenti.

 

In caso non si dovessero trovare i 50 volontari nel corso del 2025, a rischiare per primi sarebbero i lavoratori in staff leasing, vale a dire i cosiddetti “interinali“. Un “taglio” degli interinali avverrà quasi sicuramente anche entro la fine del 2024, a prescindere dal resto.

 

Per ora, comunque, nessun allarmismo, sia chiaro. Anche perché l’azienda mostra fiducia nel poter gestire la situazione. Ma un po’ di preoccupazione inevitabilmente serpeggia, coi sindacati in primis pronti a fare di tutto pur di salvare anche un solo posto di lavoro. Pfizer, infatti, nonostante rappresenti uno dei colossi mondiali nel mondo della farmaceutica, con oltre 50 miliardi di fatturato, dopo la “sbornia” del Covid (suo uno dei vaccini messi in circolazione per combattere il virus), che aveva causato un conseguente aumento del giro di affari, ha accusato una flessione generalizzata. Da valutare, poi, ci sono anche gli effetti generati dal mancato rinnovo del contratto con l’omologa Viatris dopo la fusione avvenuta negli ultimi anni. Viatris, infatti, riacquisirà la produzione condivisa di alcuni farmaci che fino ad oggi erano esclusiva di Pfizer, vedere alla voce Xanax.

 

 

 

 

 


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