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Ascoli, Di Carlo si presenta: «Voglio subito una reazione di carattere, ho una squadra di qualità medio-alta»

CALCIO - Il nuovo tecnico nel primo giorno di lavoro al "Picchio Village": «La mia volontà era venire qui. Devo cercare di dare fiducia e mentalità. A livello tattico si può giocare 4-3-1-2 o 4-4-2, ma anche il 3-4-1-2 è un'opzione». Righi: «A volte siamo costretti a comunicare all'esterno cose contraddittorie, ma internamente il percorso è chiaro»
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Domenico Di Carlo e Emanuele Righi in conferenza stampa

di Salvatore Mastropietro

 

E’ passata una settimana esatta tra l’esonero di Massimo Carrera e la presentazione di Domenico Di Carlo, individuato come nuovo allenatore dell’Ascoli a seguito della rinuncia di Attilio Tesser, con cui era stato raggiunto un accordo mercoledì sera, e dopo la breve temporanea parentesi in panchina di Cristian Daniel Ledesma, tornato alla guida della Primavera.

 

Dopo una serie di giorni molto movimentati la speranza dell’ambiente è che adesso tutte le attenzioni tornino sul campo con l’obiettivo di uscire al più presto dalla crisi di risultati e prestazioni che ha afflitto la squadra bianconera nelle ultime settimane.

 

Il tecnico classe 1964 è stato presentato nella tarda mattinata al “Picchio Village”, dove poco prima aveva guidato il primo allenamento alla guida del suo nuovo gruppo. Ad introdurlo davanti ai giornalisti presenti è stato il direttore sportivo Emanuele Righi, che dopo il ko interno contro il Rimini aveva deciso di “depistare” le voci su un ulteriore cambio di allenatore confermando a parole la fiducia a Ledesma: «Per me è un piacere ritrovare mister Di Carlo con cui ho condiviso un’esperienza nella passata stagione. Sono stati giorni di grandi frequentazioni tra me e lui, siamo particolarmente felici di averlo qui con noi, lunedì mattina ha avuto la gentilezza di ospitarmi a casa sua. Le mie dichiarazioni su Ledesma? Ripeterei tutto quello che ho detto perché in quel momento serviva dire quello. Ho una situazione chiara sotto gli occhi, il sogno di vincere il campionato è bello ma dobbiamo fare i conti con la realtà. Non è giusto parlare di Ledesma, lo devo solo ringraziare per il contributo alla causa, ma è chiaro che la nostra volontà era quella di cambiare, poi quando ci sono trattative in corso sono pronto a dire di tutto per non comprometterle e non far passare i messaggi sbagliati. Con Ledesma eravamo stati molto chiari fin dall’inizio, i segnali comunque erano chiari tanto che avevamo deciso di non farlo parlare né prima né dopo la gara col Rimini. A volte purtroppo siamo costretti a comunicare all’esterno cose contraddittorie, ma nella nostra mente il percorso è chiaro».

 

Il direttore si è espresso anche sul caso Tesser: «E’ stato estremamente chiaro lui con grande onestà intellettuale, io ringrazio il patron per la disponibilità perché alle 13 non avevamo un allenatore e alle 17,25 abbiamo tesserato un grande tecnico».

 

Queste le prime parole di Domenico Di Carlo da nuovo allenatore dell’Ascoli: «Sono felicissimo di essere in una piazza storica con tifosi passionali come qui. E’ una bella sfida, qui c’è tanto da fare ma anche tanta qualità. Il mio lavoro è ben definito per quello che devo fare. Ho avuto la fortuna di subentrare altre volte e anche di allenare squadre retrocesse. Devo cercare di dare fiducia, entusiasmo e identità ai giocatori e all’esterno. Con il lavoro e con le idee tutto si può risolvere. L’Ascoli per qualità di squadra è di livello medio-alto. Dobbiamo mettere i giocatori nelle migliori condizioni possibili per rendere al massimo, siamo una squadra forte e tra due giorni ne affronteremo un’altra altrettanto forte. Due giorni sono pochi ma il calcio mi ha insegnato che tutto è possibile. Questa inoltre è una categoria in cui in casa dobbiamo fare punti con lo spirito giusto per questo campionato».

 

Di Carlo ha parlato del possibile atteggiamento tattico del suo Ascoli: «Le mie squadre devono avere coraggio, senza limitarsi al compitino. Su questo voglio insistere in questi due giorni di lavoro, voglio una reazione mentale forte dai ragazzi. Quando si indossa questa maglia bisogna sudarla e battagliare per 95 minuti senza fare calcoli. Sono convinto che già domenica chi scenderà in campo farà di tutto per portare a casa il massimo. Ho avuto un solo allenamento a disposizione, l’obiettivo è dare subito mentalità, a livello di modulo penso che si possa fare il 4-3-1-2 adattando ad esempio Marsura come centrocampista di sinistra oppure un 4-4-2. A tre ho giocato solo un paio di anni, ma oggi i moduli contano il giusto perché contano le occupazioni degli spazi anche in fase di costruzione. Anche il 3-4-1-2 può essere una soluzione, valuterò in questi due giorni. Devo ringraziare il patron e la società perché la mia volontà era l’Ascoli, sono rimasto sereno e motivato in questi giorni. Sono venuto qui perché ci credo tanto».

 

Ironia della sorte, Ascoli-Pescara, match d’esordio per Di Carlo sulla panchina bianconera, lo metterà di fronte a Silvio Baldini, che in un Parma-Catania del 2007 si rese protagonista di un “calcio” nei suoi confronti: «Sono passati tanti anni, ci siamo chiariti. Lui è un allenatore all’avanguardia a livello tecnico-tattico. Sarà bello sfidarlo anche perché guida la capolista, ma noi speriamo di fargli uno sgambetto con una prestazione importante. Dobbiamo concentrarci su di noi. Il Pescara è una squadra aggressiva, con terzini che fanno le ali, giocano bene e sono primi in classifica non a caso. In C Brosco è un giocatore molto forte, gli esterni sono bravi, Pellacani idem, ma dobbiamo fare il meglio possibile con una prestazione di squadra».

 

Sulla squadra a disposizione, Di Carlo mostra di avere le idee chiare: «Conosco tanto questo Ascoli. Ci sono giocatori che in passato avrei voluto, Tremolada in passato era il mio trequartista per il 4-3-1-2, idem Marsura per il 4-4-2. Corazza è un attaccante di un’intelligenza straordinaria, Varone non sono mai riuscito a prenderlo, per Gagliolo parla la sua storia, anche Quaranta è un giocatore importante. Comunque per me l’importante è essere squadra, tutti possono aumentare il proprio livello se giochiamo come collettivo in campo e fuori. Ai ragazzi ho detto che da oggi si inizia una nuova avventura, bisogna essere liberi di testa. L’errore lo concedo a tutti, abbiamo tanti giovani, ma l’atteggiamento deve essere sempre quello giusto. Bertini? Se la squadra gira è un ottimo giocatore, non ha grande passo ma è molto intelligente, lo scorso anno a Ferrara si è approcciato per la prima volta a questo campionato. In avanti abbiamo tantissima qualità, ma bisogna metterci dentro anche le idee. Tremolada sa come andarsi a cercare lo spazio, poi bisogna essere bravi a servigli il pallone. Adesso devo avere tempo di allenare questi giocatori, il mio compito è fare sentire tutti importanti».

 

Chiosa sul girone B: «Qualsiasi squadra di questo girone è organizzata, tutti hanno almeno 2-3 giocatori di qualità che possono farti male in qualsiasi momento. Oggi il calcio è cambiato, i principi di gioco sono importanti. La Ternana è la squadra più forte in assoluto secondo me con giocatori di Serie B. La Torres è forte, tante squadre lo sono, almeno 5-6 e dobbiamo rientrarci anche noi, possono ambire in altro».

 

In vista della sfida contro il Pescara, resta in dubbio Ivan Varone mentre Curado sarà il sicuro assente: «Questa mattina si è allenato da solo. Faremo delle valutazioni nel pomeriggio e domani, i giocatori importanti non bisogna rischiare di perderli. Ci vuole essere sicuramente, ma l’importante è valutare bene la situazione insieme ai medici. Curado si sta curando, speriamo di recuperarlo nel più breve tempo possibile, fa 10-12 ore di terapie al giorno».

 

Sullo staff tecnico: «Il mio secondo è Davide Mezzanotti. Il collaboratore tecnico è Alessandro De Poli, che ha lavorato con me a Vicenza. Per adesso siamo questi, poi ci riserviamo con più calma di inserire un’altra persona. Preparatore dei portieri e atletico rimangono entrambi, in più c’è anche il match analyst. Bisogna lavorare forte, io sono un allenatore che ama interagire e trasmettere fiducia, in tanti campionati che ho vinto c’è sempre stata l’armonia giusta».

 

Il direttore Righi risponde poi sui tanti giovani a disposizione di Di Carlo: «La sua esperienza si sposa benissimo con il percorso che abbiamo in mente. La società non ha mai chiesto di valorizzare un giovane piuttosto che un altro. A tutti noi piacerebbe fare risultato subito, ma in questo percorso nuovo c’è bisogno di tempo e pazienza».

 


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