di Pier Paolo Flammini
Un tentativo di rinnovare l’intero sistema turistico sambenedettese e della “Riviera delle Palme“: è così partito un workshop intitolato “Costruire una Destination Management Organization (Dmo) sostenibile, accessiva e innovativa – Strategie di sviluppo per il turismo territoriale per il futuro del Piceno“. Un workshop che si sviluppa in tre appuntamenti: 4, 18 e 25 ottobre, tutti nella sede dell’Università Politecnica delle Marche a San Benedetto.
L’impressione, alla fine del primo incontro, è che vi sia la volontà di superare i particolarismi territoriali o settoriali, anche se il percorso da realizzare è impressionante e, a confronto con l’esperienza dell’Apt Dolomiti Paganella illustrato nel pomeriggio, che pure è attivo da oltre 10 anni, la distanza da colmare è abissale. Ma se mai si comincia, mai si avrà modo di realizzare qualcosa di positivo: serve tempo per costruirla e costanza nel mantenere il livello della programmazione.
L’obiettivo del workshop è quello di porre le basi per uno sviluppo turistico che rispetti e valorizzi il patrimonio locale: e in questo primo appuntamento notevole è stata la partecipazione di imprenditori turistici, del settore della cultura e commerciali, degli enti pubblici e dei Comuni della “Riviera delle Palme”, a segnalare un notevole interesse per l’innovazione di un settore troppo spesso, nel Piceno, lasciato all’iniziativa individuale senza una vera strategia di marketing condivisa.
I relatori, oltre al direttore dell’Ufficio Turismo Mauro Alfonsi, sono stati il professor Guido Capanna Piscè dell’Università degli Studi di Urbino, il professor Valerio Temperini dell’Università Politecnica delle Marche, Luca D’Angelo, direttore di Atp Dolomiti Paganella, il quale ha spiegato il funzionamento della Dmo dell’Atp che dirige, in Trentino.
L’assessore al Turismo Cinzia Campanelli si è congratulata per la numerosa presenza: «Questo ci rende felici e gratificati per il lavoro condotto nell’ultimo anno. Vogliamo effettuare il passaggio da un turismo non più moderno a uno più attuale: nelle ultime settimana abbiamo buttato giù delle linee guida e in questi incontri verrà illustrato tutto il percorso da fare assieme: dobbiamo passare da una località turistica in cui il turismo viene in quale modo subito a una Dmo che gestisce tutto ciò che riguarda il Turismo». Ha aggiunto Mauro Alfonsi: «Questo percorso riesce solo se a intraprenderlo sono sia il pubblico che i privati».
Per capire il salto di livello, si pensi che nell’Apt Dolomiti un imprenditore alberghiero aderisce al sistema turistico proposto con una quota che va, a seconda degli alberghi, tra 90 e 110 euro a posto letto annuo (attraverso la tassa di soggiorno), solo per finanziare la Carta Turistica che viene fornita ai visitatori, che garantisce un accesso facilitato a molti servizi, e gli eventi culturali e di spettacoli; per eventuali servizi extra (si pensi ai Bike Hotel) si pagano quote ulteriori. Il budget dell’Apt è garantito per metà dai soggetti privati, per metà da quelli pubblici.
Valerio Temperini ha aggiunto: «Crediamo in questo progetto perché il punto fondamentale è la competizione con altri territori e per fare questo pubblico e privato devono stare insieme, per stare sui mercati nazionali e internazionali occorre puntare sull’integrazione del territorio. L’Università non entra in progetti di questo tipo ma il nostro sarà un contributo attraverso la ricerca, la formazione, per migliorare le competenze nel sistema turistico». Conferma Piscè: «L’obiettivo dell’Università non è fare consulenza ma supportare un intero territorio, e laddove un territorio non riesca ad evolvere autonomamente allora l’Università può affiancare».
Tra gli intervenuti, il presidente regionale della Confesercenti Sandro Assenti («Dobbiamo tornare a pensare in grande, è ora di smetterla di pensare alle nostre potenzialità non sfruttate») e il presidente dell’Associazione Albergatori “Riviera delle Palme” Nicola Mozzoni: «Si è chiesto se il privato sia pronto, io ribalto la domanda: il pubblico è pronto? Perché ad aprile noi eravamo pronti con una Card turistica col trasporto pubblico gratuito, ma il pubblico si è tirata indietro. Prima di sapere dove vogliamo andare, dobbiamo chiederci dove ci troviamo. I privati ci sono per fare una Dmo, ma occorre capire anche il tipo di finanziamento: in Trentino si reggono con l’85% della tassa di soggiorno ma se poi restiamo solo pochi albergatori e gli altri si fanno indietro, cosa facciamo, andiamo avanti?».
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