«Ringrazio il ministro della cultura Alessandro Giuli che, alla Camera, nel presentare in modo esaustivo e impeccabile alle Commissioni cultura di Camera e Senato le linee programmatiche del suo dicastero, ha dedicato un passaggio significativo e molto lucido ai territori dell’Appennino centrale».
A parlare è Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione post sisma 2016.
«Il ministro Giuli, infatti, ha spiegato come il contrasto allo spopolamento, la valorizzazione della cultura, la rinascita e lo sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 2016-2017 siano fattori interconnessi tra loro all’interno di una strategia che non può essere soltanto di ricostruzione, ma anche di riconnessione di quel tessuto sociale ed economica lacerato a causa degli eventi catastrofali avvenuti – continua -. Una strategia che gode del pieno e costante appoggio del governo Meloni e che ha dato vita al “Laboratorio Appennino centrale”, un modello di sviluppo fondato sulla sicurezza e la sostenibilità, che ha il fine ultimo di creare quelle condizioni di vita che incentivino le persone a restare in questi territori».
«Giuli ha ribadito il suo appassionato interesse per la Civitas Appenninica e per il prezioso patrimonio artistico custodito nei nostri borghi, già manifestato in occasione delle collaborazioni culturali che abbiamo realizzato quando era presidente della Fondazione “Maxxi” – conclude Castelli -. Ha poi manifestato la necessità di ragionare in termini di riconnessione di, e tra, città e paesi al fine di creare un’offerta culturale che dovrebbe combinarsi con un osservatorio sullo spopolamento delle aree appenniniche. Questo perché, come ha dichiarato, la riqualificazione e alla rigenerazione di strutture non è sufficiente per garantire un nuovo futuro all’Appennino centrale. Tutte le azioni che vengono adottate devono, infatti, fare i conti con il convitato di pietra della ricostruzione: lo spopolamento, appunto. In conclusione, con il ministro prosegue e si rafforza la collaborazione con il dicastero del Collegio Romano e sono certo che l’intervento fatto a Montecitorio troverà attuazione attraverso nuove, feconde, iniziative culturali».
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