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Crisi della pesca, Lorenzo Marinangeli: «In Riviera quasi non ci sono più lampare»

SAN BENEDETTO - Il consigliere comunale e commerciante ittico non condivide le politiche di fermo applicate nel 2024, con l'aggiunta di 15 giorni: «Molti imprenditori sono indotti alla rottamazione delle proprie barche»
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di Giuseppe Di Marco

 

Qual è il futuro della pesca in Riviera? Il comparto, che in passato ha ricoperto un ruolo fondamentale nello sviluppo della società sambenedettese, oggi ne riveste uno piuttosto marginale. Soprattutto l’attività della lampara, caratteristica del borgo marinaro che fu. A dire la sua è Lorenzo Marinangeli, consigliere comunale e commerciante ittico.

Lorenzo Marinangeli (Lega)

 

Di questioni da discutere ce ne sono, in effetti, anche riguardo la pesca a strascico. «Da quando le barche sono tornate in mare e i risultati sono buoni – dichiara il leghista – con tanto prodotto stagionale di qualità alta, cioè triglia, mazzancolla – da alcuni anni – anche se di piccola pezzatura. E poi ancora: calamaretti e seppie in quantità, e da qui ai prossimi mesi possiamo aspettarci una certa abbondanza di merluzzi. Parliamo, insomma, di una buona ripartenza caratterizzata da incassi soddisfacenti per quanto riguarda la pesca a strascico. Però condivido quanto dicono i pescatori sulle politiche di fermo, e cioè che quest’anno sono stati aggiunti quindici giorni impossibili da giustificare. Una decisione che non tutela il comparto, con tutto l’indotto che gli ruota attorno. Viene da chiedersi chi debba rispondere degli eventuali problemi economici di un’attività che aveva cominciato in condizioni di mercato floride e oggi si ritrova in ristrettezze del genere. Molti imprenditori sono indotti alla rottamazione delle proprie barche».

 

Ma è sul pesce azzurro che il consigliere di minoranza si sofferma. «Oramai la pesca con lampara è agli sgoccioli e potrebbe scomparire del tutto – commenta amaramente Marinangeli – Voglio ricordare che solo a San Benedetto, negli anni ’90, c’erano 23 lampare che traevano a riva dalle 10.000 alle 12.000 cassette. Oggi, nell’intero Adriatico, non arriviamo a dieci barche. Se c’è scarsità di pesce azzurro le responsabilità non sono necessariamente del pescatore».

 

Sul punto, quindi, andrebbero fatti degli approfondimenti scientifici. «Il clima sta cambiando e la temperatura dell’acqua, negli ultimi anni, è aumentata non poco – conclude – nel nostro mare si trovano specie che prima non avevamo, come il tonno e lo spada, che si cibano di pesce azzurro. Quindi perché non fare una ricerca approfondita su questi cambiamenti? La lampara è un tipo di pesca stagionale e non ritengo giusto che debba stare ferma per due mesi l’anno».


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