di Elena Minucci
Grandi numeri alle Giornate Fai d’Autunno 2024 ad Ascoli: quasi 2.500 i visitatori che sono andati alla scoperta dei tre beni aperti dalla Delegazione ascolana guidata dalla Presidente Fai Marche e Capo Delegazione Fai Ascoli, Alessandra Stipa Alesiani e dal Gruppo Fai Giovani con a capo Claudia Nardinocchi.
Anche quest’anno le aperture hanno riguardato luoghi inaccessibili, vere e proprie “chicche nascoste” e poco conosciute
Come accaduto a Mozzano, con le antiche saline prese d’assalto fin dalle prime ore. Visto il grande afflusso, poco prima della chiusura, non è stato possibile accogliere i visitatori a causa dell’elevato numero. Durante il percorso le persone hanno potuto conoscere le tecniche per prelevare il sale dall’acqua messe in atto nei secoli, attraverso la documentazione presente sul posto. Il giro guidato prevedeva anche la visita alla chiesa dei SS. Cosma e Damiano.
Circa un migliaio le presenze tra ieri, sabato 12 ottobre e oggi domenica 13 ottobre.
Grande successo anche per la Cappella di San Paolo di Villa Marcatili a Marino del Tronto. Questa zona costituiva in origine una parte dei feudi appartenenti al potente monastero di Sant’Angelo Magno ad Ascoli, fondato nel IX secolo dalle dame dell’aristocrazia longobarda aderenti all’ordine benedettino. Un’altra “chicca” dove è stato possibile ammirare il sontuoso altare del XVII secolo proveniente dalla Chiesa di Sant’Angelo Magno ma anche numerose statue e dipinti legati alla tradizione devozionale del luogo.
Quasi 800 i visitatori che in questo weekend hanno potuto conoscere la storia di uno dei palazzi più suggestivi della città.
Dirigendosi verso il centro, tanti hanno potuto conoscere anche la Tabula Peutingeriana realizzata per volontà dell’archeologo, arcivescovo di Loreto, Bellinio ed esposta a Palazzo Bazzani, sede del Fai. La carta, stampata a Jesi nel 1793, è formata da dodici fogli stampati all’acquaforte, tratti dall’edizione medievale di Vienna in rapporto 1:1. L’opera conservata fino ai giorni nostri dagli eredi del Vescovo Bellinio è oggi nella collezione dell’ ascolano Gianni Brandozzi che ne cura la conservazione. Un’opera d’arte che è stata ammirata da 600 visitatori.
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