La raccolta delle olive nel Piceno è in pieno svolgimento, con dati incoraggianti sulla qualità del prodotto, nonostante una leggera flessione della quantità disponibile che coimporterà un leggero aumento dei prezzi per il consumatore finale.
È quanto emerge dal primo bilancio stilato dalla Cia Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata. Grazie all’assenza della mosca olearia, la qualità delle olive, sia della varietà tenera ascolana che da olio, si conferma eccellente, ma il prezzo medio al consumatore è aumentato di circa il 20-30 per cento rispetto agli anni precedenti.
«In questi giorni proseguiamo con la raccolta delle olive, nonostante in alcune zone la grandinata abbia ridotto la produzione delle olive da mensa. Fortunatamente, il frutto si presenta integro e di buona qualità» dichiara Ugo Marcelli, uno dei produttori piceni. «Rispetto allo scorso anno, registriamo una diminuzione del 15% nella quantità di olive, causata in parte da una fioritura anticipata a fine giugno, che ha interessato non solo gli ulivi, ma anche altre colture fruttifere».
Marcelli sottolinea l’importanza dell’irrigazione come fattore determinante per limitare i danni della siccità: «Le aziende che hanno investito in sistemi di irrigazione, riescono a contenere meglio i danni legati alla mancanza d’acqua, preservando la salute delle piante. Le realtà agricole che non hanno adottato questa soluzione soffrono maggiormente gli effetti della scarsità idrica. La nostra speranza è che si prenda coscienza della necessità di restituire al mondo vegetale l’importanza che merita. Questo dovrebbe diventare un obiettivo prioritario per tutti».
La Cia Agricoltori conferma che, nonostante le difficoltà climatiche, la campagna olearia nel Piceno si prospetta positiva dal punto di vista qualitativo. Tuttavia, i consumatori dovranno fare i conti con un leggero aumento dei prezzi dovuto alla minore disponibilità di prodotto.
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