«Ma ti sembra normale questo?»
A chiederselo, rigorosamente in dialetto e con la consueta ironia, sono Marco Tiburtini e Amedeo Castelli, in arte “Chigghie de Santa Chiara”, che per realizzare il loro ultimo sketch sono saliti in sella pedalando fino a viale Costantino Rozzi.
Qui, il colpo di genio: bici a terra, un tocco di bianco ed ecco che i due mattatori del Carnevale ascolano, amatissimi in città e sui social, si sono travestiti da segnaletica orizzontale nel nuovo tratto ciclopedonale realizzato per volontà del Comune proprio negli ultimi giorni.
Il video, già virale in rete, pone l’accento sui rischi di “infortunio sul lavoro” che, dovendo segnalare il percorso ciclopedonale a pochi centimetri di distanza dalle auto in corsa, incombono sull’incolumità dei due lavoratori.
Alla fine, ad avere la meglio è il desiderio di trovare un posto di lavoro migliore: Amedeo opta per il trasferimento al Villaggio del Fanciullo, dove si passeggia a velocità ben più ragionevoli, mentre Marco fa ritorno al deposito in attesa di essere ricollocato in una più tranquilla zona 30.
Risate a parte, in attesa del completamento dei lavori, è impossibile non notare come il nuovo percorso dedicato ai ciclisti si snodi a due passi dalle corsie riservate ad automobili e autobus, con tutti i rischi che ne conseguono, specie in corrispondenza della seconda rotonda in direzione nord, quella bonariamente presa di mira da “Chigghie de Santa Chiara”.
Come noto, l’Arengo sta puntando molto sulle due ruote per favorire l’utilizzo della bici e ridurre contestualmente il traffico veicolare in città, le emissioni di Co2 e la presenza di auto circolanti in centro storico.
Da qui la scelta di varare un Biciplan e di investire risorse sulla creazione di nuove piste ciclopedonale, come nel caso del tratto di viale Rozzi, che al termine delle operazioni andrà a ricongiungersi con il percorso verde già attivo a Porta Maggiore.
Ad oggi, però, lo spazio esiguo a disposizione dei ciclisti sembra richiedere parecchia attenzione da parte degli amanti delle due ruote, nella speranza di non essere costretti a seguire l’esempio di Marco e Amedeo andando a pedalare altrove.
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