Si è conclusa tragicamente la vicenda del 15enne scomparso da casa domenica scorsa, 13 ottobre: nella tarda mattinata di ieri, poco dopo le 11,30 il ritrovamento del corpo del minorenne, privo di vita, in un casolare di campagna.
Il giovane si era allontanato da casa portando con sé la pistola del padre, un vigile urbano, con la quale, stando alle indagini, si è tolto la vita.
A dare l’allarme era stato proprio il genitore del ragazzo e le ricerche erano scattate immediatamente da parte di carabinieri e vigili del fuoco che avevano battuto la zona di Montignano, nel Senigalliese, dove il 15enne era andato nel tentativo di far perdere le proprie tracce.
La macchina dei soccorsi si è messa in moto. I vigili del fuoco hanno utilizzato i droni pilotati dai colleghi delle squadre di Macerata arrivati sul posto. Cani molecolari sono stati invece inviati dal Comando di Fermo e dal Distaccamento di Fabriano.
Nella mattinata, non essendo ancora chiaro il quadro della situazione, erano state presidiate dalla polizia anche le scuole.
Purtroppo le ricerche si sono concluse dopo meno di 12 ore.
Sarà ora compito dei carabinieri ricostruire i contorni di quanto avvenuto e capire il motivo di quel gesto estremo e cosa affliggeva così tanto il minorenne.
Sull’episodio è stato aperto un fascicolo per istigazione al suicidio contro ignoti. Al momento non vengono mosse accuse nei confronti di alcuno, ma si vuole fare chiarezza sul fatto se vi siano stati o meno degli episodi di bullismo.
Una questione delicata, quella del bullismo che viaggia anche via internet.
Secondo l’ultimo studio condotto dal Moige, in collaborazione con l’Istituto Piepoli, che ha coinvolto 1.788 studenti delle scuole medie e superiori, i dati relativi al cyberbullismo sono allarmanti: l’8% degli intervistati ammette di usare sempre o spesso foto o video per prendere in giro qualcuno, dato che registra un trend di crescita costante: nel 2022 era il 6%, nel 2019 il 5%.
Il 17% lo fa raramente, ma ammette di averlo fatto almeno una volta, e il 45% dei ragazzi ha detto apertamente di aver subito almeno una forma di prepotenza, nel 34% dei casi si è trattato di violenza verbale (come insulti e offese). Inoltre, il 49% dei minori intervistati, naviga abitualmente senza filtro anti-porno. In generale, emerge che i minori parlano poco in famiglia della possibilità di adottare strumenti per una navigazione sicura, quasi la totalità degli intervistati, il 94%, non ne ha mai parlato con i genitori, o lo ha fatto raramente.
«Comportamenti incauti – è il commento del Moige – ma anche forti responsabilità dei social, che portano a valutare in modo superficiale i rischi e che mettono in pericolo i nostri figli».
Ragazzo trovato morto in un casolare: era uscito di casa armato
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati