di Luca Capponi
L’oliva? Nel Piceno c’è, rigogliosa, dopo la tabula rasa dello scorso anno. E va a braccetto con la qualità, anche se non sempre. I prezzi? sembrano stabili, per ora.
Nel pieno della campagna olearia 2024, abbiamo interpellato due addetti ai lavori ed il presidente del Consorzio di Tutela e Valorizzazione dell’Oliva Tenera Ascolana del Piceno Dop, Primo Valenti. A lui le prime considerazioni dopo un 2023 che aveva creato non pochi problemi a livello di raccolta.
«Rispetto a dodici mesi fa c’è molta più oliva da mensa, ad eccezione di alcune zone del Piceno dove la grandine ha prodotto danni – spiega Valenti -. Non ci sono stati problemi di tipo sanitario ed i frutti hanno subito pochissimi trattamenti, quindi è buonissima. Ovviamente non abbiamo ancora i dati ma il trend è questo».
«Non è vero che non c’è quantità di olive, anzi. – spiega Isabella Mandozzi dell’oleificio Silvestri Rosina di Spinetoli -. Fermo e Macerata, effettivamente, ne hanno avute meno, ma nel Piceno non è così. C’è stata tantissima oliva soprattutto in confronto all’anno scorso, quando era proprio a zero. Anche relativamente al prezzo, posso dire che qui non è aumentato».
«Noi siamo sempre tra i primi a fare l’olio perché ormai dal 2007 iniziamo a settembre per produrre il “verdone” e confermo come, anche in caso di bassa resa, l’intenzione è di lasciare i prezzi così come sono – prosegue – . Gli aumenti più cospicui ci sono stati lo scorso anno, quindi non credo che se ne verificheranno di ulteriori, almeno per quanto riguarda la nostra azienda e la nostra esperienza. Anche i produttori che vengono qui a macinare hanno avuto la stessa impressione; tante olive, resa più bassa ma l’olio c’è e quindi non c’è necessità di aumentare il prezzo. Discorso simile per l’oliva tenera ascolana. da questo punto di vista, probabilmente, la provincia di Ascoli quest’anno è quella che sta meglio di tutti».
«La quantità rispetto al 2023 è decisamente aumentata anche se trattasi comunque di una raccolta normale – conferma Tiziano Aleandri del Frantoio Biofattoria Aleandri di Offida -. Un anno fa c’era stato un problema di sbalzi termici che si è riversato sull’allegagione dei frutti. Stavolta invece l’annata è buona anche perché la mosca parassita non è riuscita a svilupparsi. In merito alla qualità, posso dire che dipende da alcuni fattori, come ad esempio il metodo di estrazione, e che per quanto mi riguarda l’oliva è ottima. Ma ci sono diversi oli che ho avuto modo di assaggiare che mi hanno lasciato molte preoccupazioni».
«In merito a questo discorso, tanti problemi sono da ricondurre a diversi errori “storici” – conclude Aleandri-. A ciò si aggiunga la mancanza di una vera e propria cultura da parte dei fruitori dovuta al fatto che in passato la conservazione dell’olio, che dopo un anno si ossida, creava sapori più dolce e amabili. Questo ha cambiato la percezione di molti, perché l’olio in realtà deve essere amaro e piccante. A volte avvengono vere e proprie frodi con oli vecchi spacciati per nuovi, a volte si spende meno per problemi economici. I prezzi rispetto allo scorso anno dovrebbero restare simili, forse abbassarsi un po’, ma mancano consapevolezza e strumenti da parte di chi acquista e in certi casi onestà da parte di chi vende»
Olio nuovo, aumenta la qualità, ma ci sono meno olive e quindi il prezzo cresce
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