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Villa Sgariglia, cronaca di una proprietà abbandonata (Foto)

ASCOLI - Incuria e degrado minano l’immagina della bella struttura, ormai lontana dell’antico fasto. L'appello di Franco Passarini, che insieme al padre ha amministrato la proprietà per più di 30 anni, «al Comune di Ascoli e a tutti i responsabili affinché mettano mano su questo patrimonio e gli ridiano l’antico splendore»
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«Villa Sgariglia di Campolungo, ad Ascoli, proprietà di inestimabile valore è stata abbandonata al suo destino». E’ l’attacco del dottor Franco Passarini, che insieme al padre ha amministrato la proprietà per più di 30 anni.

 

«Abbiamo lavorato intensamente – racconta Passarini – per dare reddito a tante generazioni. Queste erano terre fertili, dove sono state impiantate più di mille piante di olive della varietà tenera ascolana, seicento di oliva da olio e svariate file di vitigni da uva, ormai tutto è stato abbandonato, conquistato dalle erbacce, tutto improduttivo. E’ inutile aggiungere che il valore del patrimonio arboreo produttivo e del terreno è praticamente azzerato.

La villa restaurata era diventata una struttura ricettiva, oggi abbandonata, il Santuario dell’Assunta, in passato luogo di matrimoni e battesimi, molto caro alla gente, al momento è inagibile ed è stata saccheggiato dai ladri, neanche le campane sono state risparmiate, risalenti al 1800, nonostante dopo il terremoto erano state messe in salvo da potenziali crolli, sono state rubate.

Si è verificato un fenomeno di modificazione talmente rapido, diffuso e coinvolgente da trasformare tutta la proprietà, nessuno è stato in grado di fronteggiare questo decadimento».

Questo processo ha creato, nel corso del tempo, discrepanze e contraddizioni sempre più profonde ed irreversibili. La villa era stata lasciata in eredità agli Istituti Riuniti e, poi, dopo la soppressione degli Enti era entrata nella disponibilità del Comune di Ascoli. Durante il Giubileo del 2000 venne finanziato un importante restauro, che interessò il recupero del prestigioso edificio, ma anche la chiesa dell’Assunta, capolavoro settecentesco di Lazzaro Giosafatti, artista veneziano attivo ad Ascoli. Oggi la villa è in piena decadenza, la chiesa è stata saccheggiata dai ladri, per non parlare dei terreni abbandonati al proprio destino. «La proprietà di Campolungo – prosegue Passarini – è un luogo identitario, che ha fatto la storia, creato economia e ha portato in alto il nome della città di Ascoli».

 

E’ un fiume in piena Passarini, che non fa sconti a nessuno. Villa Sgariglia resta un complesso piuttosto sontuoso circondato dalle lussureggianti aiuole di alloro del parco, sfuggite alle potature, che fanno ricordare la sontuosità della villa. Villa Sgariglia è uno dei luoghi che contribuisce, mediante il suo impatto maestoso e ordinato, a definire le caratteristiche del volto della Vallata di un tempo. Un’economia che non c’è più.

«Non si può – prosegue indignato Passarini – dissipare un patrimonio in questa maniera, è inaccettabile, vengo da una famiglia di periti agrari, che hanno gestito questa proprietà, abbiamo fatto lavorare generazioni, dopo di noi ottanta ettari delle fertilie terre di Campolungo furono cedute in affitto ad un coltivatore, che si aggiudicò l’asta pubblica.

Nel 2008 il Comune gli fece causa per inadempienza nei pagamenti. L’affittuario è stato condannato al pagamento di 210mila euro, e spese legali, ma il Comune non li riesce ad ottenere perché il soccombente è nullatenente.

Al di là dei problemi giuridici non si può più accettare che un patrimonio di questo spessore possa essere lasciato i queste condizioni. Mi appello al Comune di Ascoli e a tutti i responsabili affinché mettano mano su questo patrimonio e gli ridiano l’antico splendore. La rinascita di Villa Sgariglia la dobbiamo a chi ha lasciato questo patrimonio, a chi ci ha lavorato e ha creduto in questo importante progetto».


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