di Federico Ameli
Neppure il maltempo è riuscito a fermare l’entusiasmo e l’emozione della comunità parrocchiale di San Pietro Martire, che nella giornata di ieri, a otto anni dal sisma del 2016, ha celebrato con gioia e commozione la riapertura della chiesa di San Giacomo Apostolo.
Dopo una lunga attesa, un gran numero di parrocchiani e fedeli si sono finalmente ritrovati all’interno di una chiesa restituita alla comunità grazie al contributo del commissario per la ricostruzione Guido Castelli – presente alla celebrazione, così come il sindaco Marco Fioravanti – e dell’intera struttura commissariale, dell’ufficio ricostruzione della diocesi, dell’ingegner Rubino che ha curato il progetto di recupero e della ditta Picalarga di Roma, che ha realizzato i lavori di restauro.
Costruita dopo il 1250 attraverso un corposo impiego del travertino, autentica gemma di architettura romanica, la chiesa del centro storico ascolano aveva subito delle forti lesioni a causa delle terribili scosse che, anni fa, portarono alla chiusura della struttura per inagibilità.
«Questa chiesa è dedicata a San Giacomo, apostolo che ha avvertito l’amore di Dio al vertice della sua miseria – ricorda il vescovo Gianpiero Palmieri – Qui abbiamo avuto l’onore di avere un grande sacerdote, don Giuseppe Fabiani, che ha scritto tanto della storia di Ascoli. Qui la comunità si riunisce e prega, e qui c’è anche una grotta dedicata a Maria, il segno di Dio che si fa vicino alla miseria e alla povertà delle persone».
Il riferimento, in questo caso, è al locale ipogeo di San Giacomo, dove negli anni Settanta don Fabiani fece realizzare una replica della grotta di Lourdes. Da quel momento si è sviluppata una forte devozione alla Madonna, che si rinnova a febbraio con le tradizionali “15 visite” a Maria.
Dopo la benedizione dell’altare, simbolo di Gesù e pietra angolare della chiesa, i presenti hanno condiviso un momento di preghiera in occasione di un vero e proprio nuovo inizio per la comunità locale.
«Ringrazio il Vescovo per la presenza, il sindaco Fioravanti, il commissario Castelli e tutti coloro che hanno collaborato per la riapertura di questa bellissima chiesa, tra cui l’ufficio tecnico della diocesi, l’impresa responsabile e tutti coloro che si sono resi disponibili per renderla pulita e accogliente – afferma il parroco don Daniele De Angelis –
La particolare devozione alla Madonna di Lourdes è legata alla figura di Francesco Marcucci, che qui ha preso i voti, ed è per questo che è luogo particolarmente caro alle suore concezioniste, che si prenderanno cura della chiesa. Ringrazio inoltre don Carlo Lupi e don Emidio per l’impegno profuso nel custodire le nostre chiese».
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