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La partita dal divano: ma questo gruppo è idoneo per un campionato di serie C?

SERIE C - Di Carlo è arrivato con un carico di speranze, per iniziare una nuova favola bianconera. Invece l'impatto è stato "tragico" con tre sconfitte. Il Perugia sembrava poca cosa. Ma gli errori si pagano a caro prezzo
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di Lino Manni

Una volta quando si cambiava allenatore, al debutto, la vittoria era quasi certa. Un esonero doveva produrre una inversione di rotta.  Doveva essere la “svolta” del campionato per la società, la squadra e per i tifosi. Regole mai scritte.

 

Ora tutto è cambiato come il calcio diventato moderno, ricco di contratti pubblicitari, dipendente dalle tv, di rose di giocatori composte da oltre 25 unità, di persone che portano l’acqua, di persone che alzano la lavagnetta dei minuti di recupero, di match analyst, di direttori sportivi, direttori generali e chi più ne ha più ne metta.

 

E’ il calcio moderno, il nuovo circo del pallone di uno sport tra i più vecchi giochi al mondo. Ma va bene tutto perché la passione per il “gioco del pallone” è duro a morire.

 

Domenico Di Carlo (foto Ascoli Calcio)

Di Carlo è arrivato con un carico di speranze, per iniziare una nuova favola bianconera. Impatto tragico: 3 sconfitte. E dire che contro il Perugia le premesse mi sembravano positive: qualche passaggio in più, una buona corsa e l’immancabile grinta. Addirittura Adjapong si divora un gol che sembrava fatto.

 

Il Perugia sembrava poca cosa. Ma gli errori si pagano a caro prezzo. Gli ospiti confezionano un contropiede al bacio, da scuola calcio. Tre passaggi e conclusione vincente a rete. Per i bianconeri un …cazzotto. Già “cazzotto” come all’inizio si chiamava il cioccolatino prodotto dell’industria dolciaria umbra, il bacio perugina.

 

Nella ripresa spero in un ribaltamento del risultato. La paura di sbagliare dei bianconeri e i fischi dei tifosi sugli spalti crescono. Varone e compagni sono indecisi sul da farsi, lenti nei passaggi e “macchinosi” nel liberarsi della palla.

Tremolada sempre invisibile, D’uffizi che non fa in tempo ad entrare che rimedia il giallo, Bertini che non inquadra la porta da ottima posizione.

 

Gente che va e gente che viene che non cambiano il prodotto in mezzo al campo. A questo punto un dubbio sorge spontaneo: ma questo gruppo è idoneo per un campionato di serie C?

 

A questa domanda l’allenatore Di Carlo mette tutti a tacere dichiarando che la squadra ha solo margini di miglioramento. Insomma peggio di così non può fare ed allora non ci resta che aspettare e sperare che il Picchio torni a volare alto.


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