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Detenuto sul tetto del carcere, il Sappe chiede provvedimenti: «Non lasciate soli gli agenti»

ASCOLI - Il sindacato interviene dopo la protesta messa in atto da un uomo recluso nella casa circondariale di Marino del Tronto: «Se non si trovano rapide soluzioni finirà che a dover garantire sicurezza e legalità all’interno degli istituti penitenziaria dovrà essere l’esercito»
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Dopo la singolare protesta di venerdì nella Casa circondariale di Ascoli (leggi qui), quando un detenuto ha posto in essere una manifestazione di protesta salendo sul tetto del carcere di Marino del Tronto, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria sollecita provvedimenti per per l’intero sistema dell’esecuzione della pena.

«Un detenuto da pochi giorni trasferito e proveniente da Ferrara per ordine e sicurezza, si è arrampicato salendo sul tetto del reparto giudiziario, permanendovi per circa due ore – ricorda il segretario Francesco Campobasso -. Il personale di Polizia Penitenziaria è intervenuto evitando ulteriori conseguenze e, dopo una paziente opera di persuasione, il detenuto è sceso e ricondotto in cella. L’uomo, nel carcere di Ferrara, aveva già messo in atto condotte contrarie al regime penitenziario facendo scaturire il provvedimento di trasferimento ad Ascoli».

 

Il sindacalista evidenzia che «lo scorso 8 ottobre una delegazione del Sappe ha visitato il carcere di Ascoli riscontrando numerose problematiche e ritardi nella risoluzione di problematiche che riflettono sulla struttura. Rimarchiamo la grande professionalità e le capacità operative dimostrate dal personale in servizio che ha gestito al meglio i momenti di grande tensione vissuti».

«Ormai, ogni giorno registriamo eventi critici in quasi tutti i penitenziari delle Marche e della nazione, tanto da non fare quasi più notizia nell’opinione pubblica – spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe -. Ed invece è seria le preoccupazione da parte del personale di Polizia Penitenziaria: se non si trovano rapide soluzioni all’andamento della violenza che sta caratterizzando questo periodo storico e che non trova eguali negli ultimi 20 anni, finirà che a dover garantire la sicurezza e legalità all’interno degli istituti penitenziaria dovrà essere chiamato l’esercito e ciò per la semplice conseguenza dell’alto numero di feriti che si registrano tra il personale del corpo di polizia penitenziaria».
«Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria: il tracollo del sistema è dietro l’angolo – conclude Capece -. Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta. Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci».

Carcere del Marino, detenuto sale sul tetto: gli agenti di Polizia Penitenziaria lo convincono a scendere

 

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