di Pier Paolo Flammini
Meglio euforia che depressione, ma tra le due meglio ancora la saggezza. Per questo, dopo il 3-0 della Samb a Castelfidardo, che aveva vinto l’ultima partita casalinga 5-0, pensare di avere il campionato in tasca e di iniziare una cavalcata trionfale rischia di essere un errore, anche se la benzina dell’entusiasmo che pervade la tifoseria nel vedere il nome Samb in testa alla classifica – l’unico posto che conta, in Serie D – non può che aiutare e non poco. Rispetto a un paio di settimane fa quando in molti pronosticavano una Samb da metà classifica.
Tutti si augurano per la Samb un cammino simile a quello del 2015-16, quando Palladini, subentrato a Beoni (primo ma in grossa difficoltà difensiva), intraprese un cammino senza soste a suon di vittorie (basti pensare al ruolino in trasferta: 14 vittorie e 3 pareggi!). Tutto è possibile e auspicabile per i colori rossoblù, ma la situazione attuale può far pensare invece al campionato 2012-13 (oltre che a quello di un anno fa), vinto all’ultima giornata tra grandi slanci e sofferenze. Per capirci allora soltanto alla fine del girone di andata la classifica iniziò a sgranarsi con San Cesareo e Samb che staccarono la Maceratese per giocarsi il campionato. Con la Samb precipitata a -4 a cinque giornate dalla fine…
Gli scongiuri sono tutti possibili – a proposito, chissà se il presidente Massi porta ancora con sé i cornetti anti-sfortuna… – ma un anno fa, alla settima giornata, si delineò quasi la stessa situazione odierna: Samb e Fossombrone vincenti che balzano a 15 punti (come oggi), l’anno scorso agguantando il Chieti, quest’anno superandolo di un punto. E nelle giornate successive la Samb di Lauro provò l’allungo, arrivò a +4 alla nona per raggiungere il vantaggio massimo, + 5, prima della sfida contro la seconda in classifica Campobasso, che avrebbe vinto e avviato il declino (facciamola completa: nel 2012-13 la Samb di Palladini, dopo un avvio non brillantissimo, agguantò la prima posizione all’ottava giornata, 17 punti come San Cesareo e Vis Pesaro).
Attenzione dunque: la strada è ancora lunga e tortuosa, ci saranno altri momenti complicati: vincerà il campionato chi avrà più calma.
Ma se confronti sono utili, quello forse più interessante riguarda i gol fatti e subiti. Un anno fa, alla settima giornata, la squadra di Lauro, pur prima, aveva il quarto miglior attacco (a parità, tra l’altro, con il Notaresco) e la quarta miglior difesa: 13 gol realizzati, 6 subiti. Stavolta l’attacco è il migliore del girone così come la difesa: 14 realizzati, 4 subiti. Differenza reti da +4 a +7. Tomassini aveva realizzato 5 gol tutti su azione, Battista 2, Alessandro, Martiniello, Lonardo e Romairone 1. Oggi abbiamo Eusepi 4 (3 rigori), Kerjota e Lonardo 3, Baldassi 2. Inoltre arrivano tiri da fuori area di rigore (Baldassi, Guadalupi e Lonardo) cosa del tutto assente un anno fa; da calcio di punizione (Kerjota), mentre un anno fa ci si affidava ad Arrigoni (1 gol) e a Sirri (fermo alla traversa contro la Vigor). E gol dei centrocampisti (Guadalupi 1 gol e un palo, un anno fa, esclusa l’ultima giornata, solo Scimia marcò una rete).
Segnali positivi, ma con alcuni elementi da mettere già sotto osservazione per arrivare a dicembre, alla ripresa del calciomercato, pronti. Perché le avversarie (Chieti, L’Aquila, ma anche Ancona) non staranno ferme. Un aggiustamento della situazione under, pur coperta grazia alla duttilità di giocatori come Paolini e Zini, va considerata: Chiatante e Lonardo non hanno un cambio dello stesso anno di età, e bisogna evitare di trovarsi, nel corso del campionato, a corto di ricambi dopo che invece, in tutti i settori over, si è investito tanto e bene per essere coperti in ogni evenienza (lo si è visto, ad esempio, con Baldassi costretto alla panchina: ha giocato Battista e Fabbrini è subentrato).
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