di Salvatore Mastropietro
E’ ripresa questa mattina al “Picchio Village” la preparazione in casa Ascoli dopo i due giorni di riposo concessi a seguito del ko – il quarto consecutivo, il sesto in campionato su dieci partite disputate – arrivato sabato in casa contro il Perugia.
Le 48 ore di stop hanno fatto storcere il naso ad alcuni tifosi, che avrebbero auspicato una decisione forte anche nei confronti della squadra, al netto delle evidenti responsabilità della società e della dirigenza che restano senz’altro numerose. Area tecnica e staff hanno comunque optato per un’inversione di tendenza rispetto al solito: fino al match di domenica contro il Pineto la squadra svolgerà doppie sedute di allenamento. Una decisione che testimonia la delicatezza e l’importanza del momento a pochi giorni da quello che, classifica alla mano, sarà uno scontro salvezza in piena regola: in pochi lo avrebbero immaginato a inizio stagione, ma bianconeri e abruzzesi (sconfitti ieri di misura dal Campobasso nel posticipo del lunedì) sono appaiati insieme a 8 punti al quart’ultimo e quint’ultimo posto in classifica.
Del momento attuale ha parlato anche una vecchia conoscenza dell’ambiente Ascoli come Costantino Nicoletti, amministratore unico del club bianconero nel periodo che portato al fallimento a fine 2013. L’agente e intermediario toscano ha rilasciato un’intervista ai microfoni della testata News.Superscommesse.it focalizzandosi sulla situazione in casa bianconera: «Alla rosa dell’Ascoli forse manca qualcosina in difesa ed a centrocampo, ma Corazza è un signor attaccante e Di Carlo un allenatore esperto. Possono ambire a molto di più rispetto alla lotta per non retrocedere. La gestione della proprietà di Pulcinelli è stata un pochino cervellotica, tra allenatori e dirigenti cambiati a bizzeffe. Ma le risorse sono state investite assolutamente, anche se non benissimo. Il punto di partenza doveva essere quello dei playoff di Serie B conquistati qualche tempo fa. Comunque Righi, come direttore sportivo, è tutto meno che uno sprovveduto. E la rosa, ribadisco, non è male».
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