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Permesso di soggiorno in cambio di soldi, così truffava i suoi connazionali

ASCOLI - L'uomo, un pakistano, è sotto processo insieme ad un imprenditore agricolo di Offida. Gli extracomunitari lavoravano in nero e hanno pagato per non avere nulla
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Un 35enne di Offida e un 40enne di origine pakistana sono sotto processo presso il tribunale di Ascoli, per l’accusa di truffa.

La vicenda ruota attorno a un presunto schema fraudolento che coinvolgeva cittadini stranieri, ai quali venivano chieste somme di denaro in cambio della falsa promessa di ottenere il permesso

Lo scenario principale della truffa si sviluppa nella vallata del Tronto, dove si trova un’azienda agricola gestita dall’imprenditore offidano. Tuttavia, il ruolo chiave sarebbe stato ricoperto dal 40enne pakistano, che lavorava nell’azienda e fungeva da intermediario per reclutare connazionali irregolari, giunti illegalmente in Italia in cerca di un’occupazione e di una possibilità di regolarizzare la loro posizione

Secondo le testimonianze di dodici cittadini pakistani, attualmente ascoltati in tribunale, il connazionale offriva loro l’illusione di un impiego sicuro nell’azienda agricola e la promessa di ottenere il tanto ambito permesso di soggiorno. Per questo “favore”, il mediatore richiedeva una somma di denaro, chiedendo 1.000 euro a testa e imponendo loro di lavorare in nero.

La cifra era giustificata come necessaria per coprire le spese burocratiche: 500 euro per il pagamento dell’F24 relativo al contributo forfettario e altri 500 per presunte spese ulteriori legate alla procedura. Tuttavia, nessuna pratica veniva realmente avviata, e i soldi versati non venivano utilizzati per scopi amministrativi, ma rimanevano nelle tasche del pakistano. Complessivamente, la somma sottratta agli immigrati ammonta a circa 12.000 euro.

Quando i lavoratori stranieri si sono resi conto di essere stati ingannati, dopo aver lavorato senza retribuzione e aver pagato inutilmente per un permesso di soggiorno mai ottenuto, hanno deciso di denunciare sia il connazionale che l’imprenditore agricolo.


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