Si conclude il 31 ottobre la stagione irrigua 2024 dopo mesi impegnativi che hanno richiesto una gestione oculata delle risorse idriche a disposizione del Consorzio di Bonifica Marche. Le temperature estive sono rimaste per molti giorni consecutivi estremamente elevate, tanto di giorno quanto di notte.
Sintetizza così David Taffetani, responsabile delle dighe e degli impianti: «Negli impianti ancora a scorrimento del comprensorio Aso-Tenna-Tronto, abbiamo dovuto rilasciare ingenti quantità d’acqua per evitarne l’evaporazione lungo il tragitto. Questo ha comportato un prelievo maggiore dalla diga di Comunanza e un calo di disponibilità per i mesi a venire. Di conseguenza, nell’ottica di garantire il servizio irriguo anche nei mesi autunnali e senza avere contezza di possibili precipitazioni, nel mese di agosto abbiamo effettuato una turnazione degli impianti della media e bassa valle dell’Aso. Sempre nel mese di agosto, dopo un confronto estremamente costruttivo con la Regione Marche, nella persona dell’Assessore Andrea Maria Antonini, grande supporto c’è stato dato dall’Enel con l’acqua rilasciata dalla diga di Talvacchia per la vallata del Tronto».
L’autunno si sta dimostrando fin troppo generoso di piogge e questo consente al Consorzio di chiudere serenamente gli impianti, di continuare con la loro manutenzione e di proseguire con i lavori che riguardano l’ampliamento delle condotte irrigue destinate alla Valle del Fiume Musone (Cingoli, Filottrano, Montefano, Osimo), l’ammodernamento delle condotte irrigue della Valle del fiume Tronto e la trasformazione della distribuzione da rete a pelo vivo a condotta in pressione, dell’impianto di irrigazione della Valle del fiume Aso per un totale di circa 400 ettari.
«I nuovi impianti a pressione consentiranno il passaggio a nuove e più moderne pratiche di irrigazione con conseguente risparmio della risorsa idrica ma non risolveranno la carenza d’acqua dovuta alla siccità che “svuota” i fiumi – sottolinea Michele Maiani, presidente del Consorzio -. Il cambiamento climatico richiede un cambio di scenario a supporto tanto dell’irrigazione che dell’idropotabile: un nuovo quadro generale in cui l’acqua delle dighe presenti nella nostra regione venga destinata in primis al consumo quotidiano e all’agricoltura e poi, in caso di effettiva disponibilità, all’idroelettrico».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati