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L’onorevole Ricci: «Per la ricostruzione serve accelerazione del governo Meloni»

ARQUATA - L'eurodeputato è intervenuto ad un dibattito organizzato dalla federazione provinciale del Partito Democratico. L'onorevole Curti: «Indispensabile aggiornare il prezziario e stabilizzare il personale Usr»
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Matteo Ricci

di Peppe Ercoli

L’eurodeputato Matteo Ricci ha lanciato un appello per un piano straordinario di ripopolamento nelle aree colpite dal sisma, affinché, una volta completata la ricostruzione, le persone possano essere incentivate a tornare a viverci.

 

 

«Serve un’accelerazione immediata da parte del governo Meloni riguardo al Superbonus 110% e alla stabilizzazione del personale», ha dichiarato Ricci, intervenendo ad Arquata in un incontro organizzato dalla federazione locale del Partito Democratico.

 

Augusto Curti

Ricci ha ricordato l’impegno costante del PD fin dai primi momenti dopo il terremoto, con stanziamenti significativi di risorse e il lavoro svolto dall’ex commissario Legnini, il cui contributo è stato cruciale per snellire le procedure burocratiche. «Evitiamo le polemicheha aggiunto Ricci – ma è indispensabile focalizzarsi su ciò che ancora manca, come il 110%, che attende un adeguamento nella prossima legge di bilancio, e la stabilizzazione del personale per accelerare i cantieri».

 

Anche il deputato Augusto Curti è intervenuto, sottolineando le difficoltà legate alla gestione del Superbonus 110%. «Stiamo per discutere la terza legge finanziaria del governo Meloni, e le risorse disponibili sono in costante diminuzione, eccetto quelle obbligatorie per il mantenimento del personale», ha affermato. Curti ha espresso preoccupazione per la sostenibilità della ricostruzione, data la mancanza di fondi adeguati e le difficoltà nell’accesso al credito bancario. «Pur se il governo promette la validità del Superbonus fino al 2025, le banche restano riluttanti a concedere crediti, vista l’assenza di agevolazioni fiscali come lo sconto in F24» ha affermato chiedendo al governo «di aggiornare il prezziario e di rendere stabile il personale che da anni supporta la ricostruzione, garantendo continuità e supporto alle comunità colpite, in particolare nei comuni più danneggiati».

 

Angelo Flaiani

«Bene la proroga dello stato di emergenza per un ulteriore anno, ma occorre pensare a norme che abbiano valenza pluriennale e che possano garantire condizioni di favore al territorio ed ai comuni al fine di poter finalmente programmare con una prospettiva più ampia il ritorno alla normalità che sarà comunque la prossima grande sfida» ha aggiunto Angelo Flaiani , responsabile Pd Marche per la ricostruzione.

 

 

Il consigliere regionale Romano Carancini ha contestato i numeri “ufficiali” della ricostruzione fornendo dati certamente meno rosei, con appunti importanti riguardanti le infrastrutture e le opere pubbliche. La consigliera regionale Anna Casini ha detto che «è necessario prevedere delle azioni che non siano solo spot, come quelle fatte dal commissario Castelli, ma che siano strutturali per la rinascita effettiva di quelle aree. Solo ricostruire le case, cosa che già non si fa, non potrà comunque basterà».

 

Francesco Ameli

«A otto anni dal sisma, non si può permettere che l’impegno delle istituzioni si affievolisca. Oggi siamo qui per ribadire il nostro impegno, giorno per giorno, per il Centro Italia e le nostre aree interne, che non rappresentano solo una questione locale di Arquata o Montemonaco, ma una grande questione nazionale» ha detto il segretario provinciale del Pd Francesco Ameli.

 

«La verità è nei numeri, che raccontano chiaramente come, con la gestione Castelli, il processo di ricostruzione sia rallentato. Questo governo e questa amministrazione regionale sembrano ostili al cratere e alle aree interne.

La mancata proroga del 110% sisma e la bocciatura della Zona Economica Speciale – ha aggiunto – ne sono l’esempio lampante. Ecco perché è necessario legare la ricostruzione allo sviluppo delle aree interne.

Il centro Italia e il cratere rischiano di svuotarsi senza la presenza umana e la residenzialità, che non possono sussistere senza il lavoro, il grande assente nelle azioni del commissario. Ma su questo tema si sta facendo troppo poco. Esiste il rischio concreto di avere scuole nuove, ma senza bambini, a causa del taglio dei servizi».


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