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In centinaia al cimitero per ricordare i cari defunti, il vescovo Palmieri: «Chi non c’è più continua a camminare accanto a noi»

ASCOLI - Grande partecipazione a Borgo Solestà nella tradizionale celebrazione per onorare la memoria di familiari e amici venuti a mancare. Nel messaggio del vescovo spiccano la fiducia in una vita dopo la morte e la necessità, nel frattempo, di vivere all’insegna dell’amore
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di Federico Ameli

 

«Il Vangelo ci dice che a tutti è possibile incontrare il Signore risorto, che cammina accanto a noi, ci viene incontro e nella sua tenerezza di fratello maggiore ci spinge ad amare, perché sa bene che una vita vissuta con amore è degna di essere vissuta».

Il vescovo Gianpiero Palmieri

 

Inizia così il messaggio di speranza e, appunto, di amore che il vescovo Gianpiero Palmieri ha voluto condividere con i numerosissimi cittadini, ascolani e non, che nella giornata tradizionalmente dedicata ai cari defunti hanno preso parte alla messa celebrata dal vescovo al cimitero di Borgo Solestà.

 

Approfittando delle festività del fine settimana, in moltissimi, in tutta la Provincia, hanno colto l’occasione per recarsi al cimitero e onorare il ricordo di familiari e amici scomparsi con una visita o una preghiera, in un rito che si rinnova di anno in anno tra ricordi del passato e speranze per il futuro.

Una parte dei fedeli presenti alla celebrazione

 

È proprio la speranza il fulcro dell’omelia che il vescovo Palmieri, in occasione della tradizionale celebrazione del 2 novembre, ha pronunciato di fronte alle centinaia di fedeli radunati nell’ala nord del cimitero, sottolineando la costante vicinanza delle persone amate venute a mancare e la continuità della vita anche dopo la morte.

 

«Ci troviamo qui, oggi, in questo luogo che ci parla non solo di morte. ma anche di vita – afferma il vescovo – Gli alberi di questo giardino puntano verso il cielo e ci spingono a non guardare a terra solo presi dal dolore e dalla disperazione, bensì a puntare il nostro sguardo verso l’alto, nella consapevolezza che la vita debba essere vissuta in questo modo.

 

 

Il Signore ci fa una promessa che non tradisce, di speranza e vita piena. Possiamo avere fiducia, come dice anche San Paolo, perché in noi è presente lo Spirito Santo, una scintilla di vita divina che ci fa sperare anche di fronte alla morte. La vita non termina, se vissuta nell’amore, bensì supera le barriere della morte».

 

Mentre la vita terrena scorre, i nostri defunti ci accompagnano e ci guidano in ogni tappa della nostra vita.

 

«Accade spesso di venire al cimitero e parlare con i nostri cari, un gesto che non avrebbe senso se tutto dovesse finire con la morte, ma che invece assume un grande significato quando siamo consapevoli che chi è morto cammina accanto a noi.

 

I nostri defunti sono per noi come Santi, pregano per noi e vivono in comunione con noi, conoscono i nostri pensieri e ci incoraggiano ad andare avanti. È Dio a spingerci ad avere fiducia nella vita anche nello smacco della morte.

 

Possiamo vivere nella fiducia di incontrare Gesù ovunque, non solo tra i poveri ma in ogni circostanza della vita, ovunque si soffra di fronte all’individualismo e laddove non si costruisce il bene.

 

Ogni volta che celebriamo l’Eucarestia, che simboleggia il banchetto di festa universale che è il Paradiso, possiamo sentire tutti i fratelli defunti, di ogni luogo e ogni tempo, che si siedono intorno a noi».

 


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