di Lino Manni
E si salvò solo Pietro l’aretino con una mano davanti e una dietro. Un film, ispirato alle novelle di Giovanni Boccaccio, del filone “decamerotico” degli anni 70. Già, perché ad Arezzo poteva essere una bella avventura quella dell’Ascoli, “erotica” per i 176 tifosi del Picchio. Ma la goduria è svanita e si torna a casa…con una mano davanti e una dietro. Peccato.
Una partita delicata per la squadra di mister Di Carlo. Ma del resto lo sono tutte. Era iniziata bene per i colori bianconeri al cospetto di un avversario quinto in classifica. Nel primo tempo ha giocato a viso aperto creando occasioni da gol e rischiando poco. Clamorosa l’occasione capitata al funambolico Silipo che, però, ha esaltato le doti del portiere avversario. Poi Adjapong che quando c’è da prendere una decisione prende sempre quella sbagliata: nel primo tempo non calcia da ottima posizione, nella ripresa interviene causando il calcio di rigore. Tirelli e Silipo fino a quando non finiscono la benzina, mettono scompiglio nella retroguardia aretina.
Una squadra diversa rispetto alle ultime prestazioni: qualche passaggio in più, qualche idea di gioco ma manca ancora un po’ di cattiveria agonistica. Il primo tempo scorre via all’insegna dell’equilibrio. Il “rischio” di fare gol è sempre nell’aria ma l’importante è evitare “amnesie” difensive. Nella ripresa aumenta la convinzione di potercela fare. Si corre qualche brivido ma poi arriva il gol del solito Corazza imbeccato da Tremolada. L’attaccante resta il salvagente bianconero con i suoi 7 gol realizzati nel deserto di gioco della compagine di mister Di Carlo.
È fatta? Neanche per sogno. Il brusco risveglio è opera di Adjapong che tutto doveva fare meno che contrastare il pallone all’avversario. In C non c’è il var e allora se sei un abile cascatore può essere un vantaggio. L’agognata vittoria è rimandata. In questo momento la squadra, vista la situazione in classifica, il rapporto con i tifosi e la situazione societaria, ha sempre paura di sbagliare. Qualsiasi cosa che fa va male anche perché manca anche quel pizzico di fortuna che ci vuole in tutte le cose. Tuttavia guai perdere fame e fiducia. Tutto cambierà con il ritorno della vittoria. Vittoria che manca come il pane ma che si spera arrivi presto.
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