di Federico Ameli
Collegamenti infrastrutturali protagonisti nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Ascoli, che nel pomeriggio di ieri, lunedì 4 novembre, ha affrontato uno dei nodi storicamente più complessi per il territorio piceno, legato agli spostamenti e all’isolamento che da sempre penalizza le nostre aree interne, capoluogo compreso.
Oltre alle riflessioni sul nuovo piano del traffico urbano che debutterà nei prossimi mesi con diverse novità in vista per gli assi viari del centro storico, l’assemblea di Sala dei Savi si è confrontata anche su due infrastrutture che, per diverse ragioni, attendono risposte, da pochi mesi o addirittura da più di un secolo.
È il caso della Ferrovia dei Due Mari, la linea ferroviaria che collegherebbe Roma a San Benedetto risparmiando tempo e risorse preziose per chi attraversa l’Appennino, con un’idea progettuale che affonda le radici nell’ormai lontanissimo 1878 e che, nel 2024, con soli 98 chilometri operativi sui 221 totali, appare ancora lontana dal vedere la luce.
A chiedere lumi al sindaco Marco Fioravanti è la consigliera Patrizia Palanca, che in Consiglio evidenzia l’importanza anche in chiave sostenibile di un collegamento tra Adriatico e Tirreno, in grado di garantire nuova linfa alle comunità dell’entroterra ferito dal sisma.
«Ringrazio la consigliera Palanca per un’interrogazione stimolante su un progetto determinante per il futuro del centro Italia – esordisce il sindaco Fioravanti – Questa Amministrazione guarda alla Luna con i piedi ben piantati a terra, abbinando aspetti estremamente concreti a una politica di territorio.
Nello scorso mandato, insieme al comitato Ferrovia dei Due Mari – per cui ringrazio Guido Benigni, i componenti e i comuni che hanno aderito – abbiamo spinto per uno studio di prefattibilità grazie anche a Unioncamere che ha sposato il progetto, con l’obiettivo di mostrare lo sviluppo e il futuro che quest’opera è in grado di garantire.
Gli ascolani potrebbero raggiungere più velocemente Roma, con un miglioramento della qualità della vita per i cittadini di Roma, che in un’ora potrebbero raggiungerci».
Al momento, però, la chiusura dei cantieri del Pnrr sta monopolizzando l’attenzione degli addetti ai lavori, per cui la ferrovia è chiamata a pazientare ancora in un percorso di realizzazione che si preannuncia tortuoso, sulla scia di quanto avvenuto negli ultimi 146 anni.
«La Ferrovia dei Due Mari non fa parte delle opere strategiche del Pnrr, a differenza della linea Pescara-Roma, per una scelta del penultimo Governo giallorosso – precisa Fioravanti – In questo momento tutta Italia è concentrata per portare a termine le opere del Pnrr. Nel frattempo stiamo sollecitando anche attraverso i parlamentari del territorio e il commissario Guido Castelli per individuare le coperture economiche per la realizzazione, tenendo conto anche delle relazioni geologiche e dell’impatto ambientale.
Ci troviamo in una fase preliminare che sta procedendo e abbiamo creato le condizioni per comunicare le potenzialità economiche. Sicuramente è una grande priorità per noi, ma siamo abituati a parlare solo quando le cose sono state effettivamente messe a terra».
Più recente, ma ancora più urgente, è la questione della chiusura del ponte in muratura sull’Ancaranese, che dallo scorso agosto costringe migliaia di residenti e lavoratori a delle sofferte deviazioni in direzione nord pur di tornare a casa o recarsi in azienda.
Il Comune di Ascoli, così come diversi enti locali e associazioni di categoria, è intervenuto direttamente sulla questione, chiedendo dei tempi più stretti per riattivare un doppio senso di marcia che, stando al sindaco Fioravanti, potrebbe essere ripristinato entro la fine del 2024.
«Abbiamo ottenuto il finanziamento per il rifacimento del ponte grazie al commissario Castelli e al presidente regionale Acquaroli, in una grande collaborazione istituzionale – sottolinea il primo cittadino ascolano – È un’opera estremamente complessa, in quanto collega due regioni e c’è il rischio che venga vincolato dalla Soprintendenza.
Abbiamo in parte contestato alla Provincia la scelta di chiudere immediatamente il ponte, che a differenza del monitoraggio non era prevista dalle relazioni ingegneristiche redatte. Insieme al sindaco di Colli Andrea Cardilli abbiamo chiesto l’attivazione di un senso unico alternato con semafori intelligenti per diminuire disagi, costi e inquinamento a carico di imprenditori e cittadini.
Prevedo che almeno entro fine anno venga ripristinato il senso unico alternato per consentire il transito sul Tronto. A mio avviso, prima di chiudere sarebbe stato necessario condividere la scelta con il tessuto commerciale, dato che si tratta di uno snodo fondamentale per la viabilità del territorio».
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