di Monia Orazi
«Chi può sfrutti l’ultima fermata del sisma bonus, è l’ultimo treno che passa, fate di tutto per usufruire di questa opportunità perché difficilmente sarà prorogata oltre il 2025. Stiamo lavorando per evitare che chi inizia i lavori in questa parte del 2024 e per tutto il 2025 resti bloccato e possa completare il cantiere».
Lo ha detto il commissario alla ricostruzione Guido Castelli, intervenuto ad un convegno a Castelraimondo, nel Maceratese, dal titolo “Ultima chiamata per il Sisma Bonus 110%”.
Il commissario ha aggiunto: «Sono due i temi: sul 110 c’è il confronto aperto con il ministro Giorgetti, stiamo ragionando sulla possibilità di proroga dei tempi di lavoro dei cantieri che beneficiano del superbonus, in modo da dare certezza che chi ha iniziato i lavori per tutto il 2024 o per tutto il 2025 possa completarli. Il secondo tema è che ci sarà uno scalone tra coloro che hanno beneficiato del 110 superbonus e chi no. Il 110 più il contributo sisma hanno contribuito a contenere il caro prezzi dei materiali, verificatosi in questi ultimi anni».
Castelli ha poi evidenziato alcune criticità: «Non sono mancate nel cratere distorsioni dovute all’applicazione del superbonus. Anche chi ha avuto un danno lieve ne ha legittimamente usufruito. C’è stata però l’aberrazione del dilatarsi delle spese. Si è arrivati a ricostruire a 3.500 euro al metro quadro in zone dove il valore commerciale dell’abitazione è nettamente inferiore. Paradossalmente, chi ha avuto un livello di danno L4, più grave di tutti, ha beneficiato meno del superbonus rispetto a chi ha avuto danni di livello inferiore».
«Vogliamo evitare di inseguire la bolla inflattiva», ha continuato il commissario. «Il 110 ha manomesso le regole del mercato nella regolazione dei prezzi con un’abbondante assegnazione finanziaria. Stiamo guardando al prezzo della ricostruzione e alle dinamiche di accollo, rammentando quella che era la sobrietà iniziale della ricostruzione, vogliamo allineare i costi verso un livello più ragionevole».
Riguardo ai costi parametrici, Castelli ha precisato: «A chi sta attendendo l’incremento del costo parametrico dico che sarà maggiore per i danni più gravi L4 rispetto ai livelli inferiori di danno, ma non sarà lontanamente paragonabile al sisma bonus. Occorre ragionare sulla transizione che va gestita in modo adeguato».
Il commissario ha poi fornito i dati del cantiere sisma Centro Italia: 50.000 progetti attesi, di cui 32.000 già depositati con una richiesta complessiva di finanziamento per 15 miliardi; 26.000 sono quelli decretati per un importo di ricostruzione pari a 10 miliardi, 11.000 quelli conclusi e 15.000 i cantieri attualmente aperti.
Finora sono stati spesi 5,3 miliardi per la ricostruzione privata. «Nel 110% sisma bonus possono prodursi criticità», ha sottolineato Castelli.
«Il mondo bancario è in difficoltà per l’utilizzo dei crediti. Abbiamo deciso con Casa Italia il differimento al 30 novembre del monitoraggio nell’utilizzo del sisma bonus, con l’inserimento dei dati nella piattaforma. Nel 2025 saranno avviati 2 miliardi e 200 milioni di opere pubbliche, abbiamo 18.000 cantieri attesi. Per quanto riguarda i beneficiari di Sar e Cas, erano 14.200 nuclei nel 2022, 11.100 oggi».
Il commissario ha anche fornito i dati sull’utilizzo del plafond del credito per il sisma bonus: dei 330 milioni di euro previsti per il 2023, al 4 novembre ne erano stati utilizzati 214 milioni. «Ci sono dunque 120 milioni di capienza rispetto al tetto 2024. Tecnicamente, nella legge di bilancio non è stato messo un tetto per il 2025. Dato che non è stato inserito il tetto, c’è la possibilità di ragionare sulla proroga dei tempi di lavorazione dei cantieri che beneficiano del superbonus. La legge di bilancio su questo non dice nulla. Abbiamo esteso a tutto il 2025 i benefici e le agevolazioni di legge», ha precisato Castelli.
«Questa per il sisma bonus è l’ultima chiamata – ha concluso il commissario – È ragionevole pensare che il meccanismo del 110 non sarà prorogato. È possibile lavorare sul differimento dei termini per i cantieri avviati fino a tutto il 2025 e che beneficiano del superbonus in modo da garantire il completamento delle lavorazioni, dando certezza. Questa è la proposta che sto presentando al governo».
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