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Borgo storico Seghetti Panichi,  storia e cultura si intrecciano per aprirsi al territorio (Foto)

CASTEL DI LAMA - Presentati i risultati del progetto di recupero, conservazione e valorizzazione del giardino storico della struttura, con i fondi PNRR “Parchi e giardini”. Giulia Panichi Pignatelli, proprietaria del bene insieme a sua figlia Stefania Pignatelli Gladstone,  ha rivendicato 64 anni ininterrotti di impegno sul parco, aperto al pubblico dal 1997
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(Foto Dario Fusaro)

 

di Gabriele Vecchioni

 

«Il borgo storico Seghetti Panichi, dopo otto anni di chiusura a causa dei gravi danni provocati dagli eventi sismici, riconsegna al pubblico il suo giardino storico. Il parco, un “unicum” a livello nazionale, progettato alla fine dell’800 dal botanico e paesaggista dell’epoca, Ludwig Winter, riapre in una veste rinnovata grazie agli interventi di recupero, conservazione e valorizzazione», così ieri, sabato 9 novembre, è stato presentato il progetto di recupero, conservazione e valorizzazione del Giardino storico della Seghetti Panichi, di Castel di Lama.

Un progetto che è risultato vincitore del Bando PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) “Parchi e giardini storici”.

 

Il borgo storico Seghetti Panichi è una dimora di charme, circondata da uno splendido giardino bioenergetico (come illustrato da uno dei relatori della manifestazione), un tempo torre medioevale al confine con il Regno delle due Sicilie (terra di confine fino al 1861) e nel XVIII secolo residenza estiva, è adagiato fra colline rigogliose accanto alla valle del Tronto, con una vista che spazia dal Mare Adriatico alla montagna.

La villa del XVII secolo e la cappella affrescata, con gli eleganti edifici convertiti, sono circondati dal giardino e da un uliveto. Giulia Panichi Pignatelli e sua figlia Stefania Pignatelli Gladstone, proprietarie del bene culturale, hanno unito le influenze contemporanee con il fascino originale degli edifici, istituendo un programma di aggiornamento continuo e di miglioramento, con una grande attenzione ai dettagli.

 

Le finalità della complessa operazione sono state illustrate nell’incontro di ieri da diversi relatori, che hanno sottolineato il fatto che  i parchi e i giardini storici sono parte essenziale del patrimonio architettonico italiano e  le Marche stanno recuperando il gap con le regioni  identificate come “regioni delle ville e dei giardini” (Toscana, Veneto, Umbria), auspicando un lavoro in sinergia tra la proprietà privata e l’istituzione pubblica e la scuola.

 

Nel suo appassionato intervento, Giulia Panichi Pignatelli ha rivendicato 64 anni ininterrotti di impegno sul giardino del borgo, aperto al pubblico dal 1997. Un giardino, ricordiamolo, dovuto al naturalista e architetto paesaggista tedesco Ludwig Winter, creatore di altri giardini storici in Italia, soprattutto nell’area della riviera ligure. Nel suo discorso ha insistito sulla sacralità del giardino, non solo per la presenza di una cappella (l’oratorio gentilizio, tuttora consacrato per le celebrazioni) ma anche perché esso è un insieme di organismi vivi, da rispettare.

 

I fondi del PNRR hanno permesso di ricostruire la storia di quest’area, con il ripristino a est del terrazzamento che ospita l’agrumeto e, a settentrione, del roccolo, una costruzione che ospitava i cacciatori, tipica delle aree rurali marchigiane. Il roccolo, presente già nel Settecento, fu visitato da Baldassarre Orsini, che lo definì “luogo di delizie”.
Il lavoro di restauro (della villa e del giardino) ha seguito il progetto dell’architetto Fabio Viviani ed  è durato otto anni, per i guai del terremoto (del 2016).

 

Gli altri interventi hanno illustrato l’iter seguito per la realizzazione del Progetto, chiarendo le strategie di mercato e quelle comunicative per proporre un’offerta turistico-esperienziale, culturale e formativa che permetta la fruizione della struttura e del giardino da parte del maggior numero di persone possibile.

 

I contributi hanno trattato, poi, della costituzione di un giardino virtuale, un gemello digitale del borgo e del giardino, nel quale entrare con una app, per navigare a 360° nel giardino e nella villa.

 

In conclusione, il lavoro effettuato sul Borgo storico Seghetti Panichi e quelli sul giardino storico fanno intravvedere una nuova cultura imprenditoriale nella quale il privato investe il proprio capitale mettendo però a disposizione del territorio la fruizione del bene, un modo per trasformare questi luoghi storici in luoghi di cultura.

 

FOTOGALLERY (Foto di Dario Fusaro)

 

 


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