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Beko, Cgil: «Non lasciamo andare alla deriva le aree interne del Piceno, servono investimenti e tutela dell’occupazione»

ASCOLI - La segretaria Nicolai: «Alle aree interne e alle comunità locali del nostro territorio servono politiche di investimento di rilancio che garantiscano lavoro e servizi legati a istruzione, salute e mobilità evitando dispersioni, azioni provvisorie e sussidi a pioggia»
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Barbara Nicolai (Cgil)

 

Il Piceno al terzo posto tra i territori più colpiti dallo spopolamento, con una variazione di – 13,1% dal 2014 al 2024:  «Territori fragili e marginali caratterizzati anche dall’invecchiamento crescente della popolazione, dal reddito pro capite più basso rispetto alla media provinciale, da una minore offerta pubblica di servizi socio sanitari e socio assistenziali», commenta Barbara Nicolai, segretaria generale della Cgil di Ascoli.

 

La segretaria Cgil di Ascoli  spiega le preoccupazioni: «E’ in questo contesto già preoccupante che apprendiamo delle notizie allarmanti che arrivano dallo stabilimento di Beko Italia di Comunanza, ex Whirpool. Tutta la nostra Camera del Lavoro si schiera con forza contro qualsiasi ipotesi di chiusura del sito e al fianco della Fiom Cgil Ascoli Piceno in questa battaglia.
Il mantenimento del sito produttivo di Comunanza, con tutto il suo indotto e tutte le altre attività collegate del terziario, è di vitale importanza per il futuro delle nostre aree interne.
Per questi territori non c’è ricostruzione post sima che tenga se non si garantisce il mantenimento, se non l’ampliamento, del tessuto produttivo locale».

 

«Gli interventi sono stati negli anni residuali – aggiunge la Nicolai – non organici e poco incisivi a partire dalla Strategia nazionale per il rilancio delle aree interne (SNAI) e dai fondi del PNRR fino ad arrivare ai pericoli della legge sull’autonomia differenziata che rischia di parcellizzare ancora di più le azioni secondo una logica di campanile. E’ evidente la mancanza di investimenti a sostegno dei piccoli Comuni e la mancanza di una politica industriale, sia del Governo Meloni che della Giunta Acquaroli, che riducono ricchezza, lavoro e lasciano questo territorio senza futuro.

Alle aree interne e alle comunità locali del nostro territorio servono invece politiche di investimento di rilancio che garantiscano lavoro, una maggiore tutela del territorio e servizi legati a istruzione, salute e mobilità evitando dispersioni, azioni provvisorie e sussidi a pioggia».

 

«Per questo chiediamo con forza a tutte le forze politiche, alle istituzioni locali, alla Regione Marche e al Governo di attivarsi per evitare una ulteriore dismissione che avrà effetti devastanti per il nostro territorio e che non accetteremo in alcun modo», conclude la segretaria Cgil ribadendo la disponibilità «ad essere parte attiva di un confronto urgente e necessario tra istituzioni, parti sociali e comunità locali, sia per una soluzione positiva della vertenza Beko Italia, che per la definizione e condivisione di un progetto più complessivo di rilancio delle aree interne che definisca in concreto una nuova idea di sviluppo e rilancio per tali aree ed evitare il definitivo declino socio economico. Anche per queste ragioni il 29 novembre sarà sciopero generale in tutto il territorio».

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