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Monumento “Al Pescatore”, l’opera mastodontica di Fazzini che fa sognare San Benedetto

IL BOZZETTO, disegnato nel 1969 dal celebre "scultore del vento", fu richiesto da Taranto, Bacoli e dal Giappone, ma l'artista lo aveva promesso a San Benedetto, dove all'inizio degli anni '70 sembrava sul punto di essere realizzato. Ora il genero Giuseppe Merlini, presidente della Fondazione Pericle Fazzini, rilancia per la realizzazione del monumento alto 34,5 metri: «Cediamo i diritti al Comune, la zona è quella dell'ex Galoppatoio». Si parla di un costo di 10 milioni in gran parte con fondi privati, tra cui lo stesso Merlini
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Il monumento Al Pescatore di Pericle Fazzini, da posizionare in prossimità di Viale delle Tamerici, nel bozzetto si intuisce la dimensione rispetto alle piccole figure umane alla base

 

di Pier Paolo Flammini

 

Un monumento che da solo cambierebbe lo skyline di San Benedetto e, per la sua imponenza, caratterizzerebbe la città e l’intera Riviera delle Palme. Parliamo del Monumento “Al Pescatore”, il cui studio – e anche un plastico in scala 1:50 – fu pensato dal celebre scultore grottammarese Pericle Fazzini, soprannominato da Giuseppe Ungaretti “lo scultore del vento”, noto per tantissime opere tra cui forse la più celebre, anche mediaticamente, è la “Resurrezione” che occupa una intera parete della Sala Nervi in Vaticano.

 

Fazzini realizzò il bozzetto nel 1969 e il plastico dell’opera proprio per San Benedetto, e la posizione ipotizzata, al di là di quella complicata pensata inizialmente alla foce dell’Albula, è quella dove è attualmente l’ex Galoppatoio, area demaniale di fatto preclusa alla fruizione cittadina nonostante si trovi nella zona di maggior pregio turistico (a questo si collega anche la volontà dell’Amministrazione comunale di rendere ciclopedonale via delle Tamerici, clicca qui).

 

Già negli Anni Settanta il plastico di Fazzini fu esposto nell’allora sala consiliare nell’edificio di Piazza Battisti, e nel corso degli anni successivi si parlò spesso della sua realizzazione concreta. In un articolo del Messaggero, edizione locale, del 5 aprile 1970 si fa presente l’idea di collocare la scultura “alla radice del molo sud” dopo un incontro in sala consiliare in cui era presente lo stesso Fazzini. La decisione sembrava presa ma non se ne fece nulla. Questa ipotesi è adesso tornata attuale grazie alla Fondazione Pericle Fazzini, presieduta da Giuseppe Merlini, titolare della Gem Elettronica e sposato con Barbara Fazzini, ora scomparsa, figlia di Pericle.

 

Il Monumento “Al Pescatore” di Fazzini è un’opera che si preannuncia imponente: una grande vasca di cemento armato con una cascata d’acqua sulla quale si innesta una vela alta 20 metri, per un’altezza complessiva di ben 34,5 metri. i visitatori possono salire su di essa per ammirarla dall’interno. Insomma: sarà ben visibile da tutto il litorale di San Benedetto e anche di Grottammare, dalle colline e da chi transiterà in autostrada.

 

Corriere del Giorno 1992, opera Fazzini

«Se il Comune mette a disposizione l’area ed effettua i lavori di messa in sicurezza, noi cederemo gratuitamente i diritti per quest’opera – afferma Giuseppe MerliniNoi pensiamo che il suo posto sia quello, non possono essercene altri. In questi anni abbiamo ricevuto molte proposte per farlo realizzare altrove: parlo del Comune di Bacoli, nella penisola flegrea, dove avevano anche trovato i soldi e dove il bozzetto è rimasto esposto per 6 mesi, o Taranto, dove la Fondazione Michelagnoli voleva posizionarlo all’imbocco del Mar Piccolo. Addirittura anche dal Giappone. Ma abbiamo sempre detto di no, perché Pericle lo aveva fatto per San Benedetto e questa era la sua volontà. Anche quando era in vita ebbe richieste diverse, ma rifiutò, quindi vogliamo rispettare ciò che decise».

 

 

 

 

Il plastico del monumento Al Pescatore di Pericle Fazzini qui esposto alla Galleria Universe di Tokyo nel 1970

Infatti in occasione della mostra a Tokyo nel 1970, alla galleria Universe, fu richiesto all’artista di poter realizzare il monumento in Giappone. Fazzini si rifiutò con la speranza che prima o poi il monumento sarebbe stato realizzato a San Benedetto.

 

Gli scogli (parlando di pesca la metafora è obbligatoria) sono due: da una parte recuperare le risorse necessarie, che sono ingenti per una scultura di proporzioni enormi. Dall’altro, da parte del Comune, avere la disponibilità di una zona al momento demaniale e riqualificare l’area oltre che avere la certezza di poter sostenere un peso non indifferente in una zona che è stata formata con terreno di riporto, strappata cioè al mare nell’ultimo secolo. Per la cifra, circolano cifre nell’ordine dei 10 milioni di euro (alla fine degli anni ’80 si stimarono 4 miliardi di lire).

 

«Noi possiamo cedere gratuitamente i diritti di quest’opera, poi io posso contribuire alla sua realizzazione – spiega Merlini – Certo occorre un contributo collettivo della città, della Fondazione Carisap e di chi vorrà aiutare la città ad avere un’opera unica al mondo».

 

«Se l’Amministrazione ufficializzerà il suo interesse – spiega a sua volta l’architetto Vincenzo Acciarrisi passerà a un progetto più dettagliato. L’opera andrebbe a connotare San Benedetto e inoltre si inserirebbe in un progetto di rivalutazione della fruizione dell’area, perché da Viale Buozzi oggi si può raggiungere il mare solo recandosi al giardino Nuttate de Lune, mentre all’ex Galoppatoio si incontra un ostacolo formato dagli oleandri e addirittura dalla rete».

 

E non è escluso, come anticipa il consigliere comunale Umberto Pasquali, che nell’area si realizzi un museo su Pericle Fazzini.

 

1970, 5 aprile, articolo Il Messaggero sull’opera di Fazzini

 

 

 

 


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