Qualcuno non ha esitato a definire “furto sportivo” quello che l’Ancona ha compiuto ai danni dell’Atletico Ascoli ieri (domenica 17 novembre) al “Don Mauro Bartolini” di Monticelli. Una vittoria per 2-1, quella dei dorici, ottenuta grazie alla “complicità” del direttore di gara, l’arbitro Velocci di Frosinone, che ha diretto a senso unico, con decisioni assurde e continue minacce ai giocatori dell’Atletico: un protagonista in negativo in campo.
Tutto ciò non vuole essere la giustificazione dello stop. Nel calcio la sconfitta può arrivare in tutti i modi ma questa è immeritata e difficile da accettare. Se esci dal campo con la rabbia in corpo e gli occhi lucidi vuol dire che qualcosa non è andato. Combattere contro i mulini a vento è una impresa impossibile da realizzare. L’Atletico Ascoli, come fa da un anno a questa parte, ha prodotto il suo gioco, ha subito gol per una leggerezza in ripartenza, ha reagito, pareggiato e imposto ancora il proprio gioco. A tratti ha dominato contro una squadra che di grande ha solo il blasone. O meglio quello che è rimasto.
Al termine la stessa dirigenza dell’Ancona è entrata nello spogliatoio ascolano facendo i complimenti ai giocatori dell’Atletico, quasi come un “chiedere scusa” per il risultato a dir poco bugiardo della partita. Alla fine i complimenti vanno all’Atletico ma i punti li porta via l’Ancona. È la dura legge del gol. Un Atletico Ascoli che da bello e forte è diventato scomodo, come dichiarato in sala stampa da mister Seccardini. Ma, si sa, nel calcio, in tutte le categorie, le “grandi” (o presunte) hanno sempre un occhio di riguardo.
Nonostante tutto, l’Atletico Ascoli è uscito dal campo tra gli applausi. Una sconfitta non ridimensiona e neanche cancella le precedenti prestazioni. L’obiettivo dei bianconeri ascolani resta la salvezza da raggiungere quanto prima. L’ha ribadito l’allenatore ascolano ma quando a tarpare le ali dei giocatori dell’Atletico non sono gli avversari ma una terza persona fa veramente male. Un clima che in campo si è acceso non per colpa dei giocatori dell’Atletico né di quelli dell’Ancona. Paga un conto salato l’Atletico Ascoli che per la prossima partita, la trasferta di Chieti, dovrà fare a meno di due baluardi come Nonni e Pompei.
I NUMERI DEL CAMPIONATO
Nella dodicesima giornata di campionato emergono le grandi del girone: Samb, Chieti e Teramo. I rossoblù allungano la striscia positiva e agguantano in solitudine la vetta del girone F. Le due abruzzesi, Teramo e Chieti, vincono in trasferta portandosi a due punti dalla capolista. La giornata si è chiusa con ben 4 vittorie per le squadre che giocavano in trasferta, 3 per quelle di casa e 2 pareggi. In totale 20 i gol della giornata. La Samb conferma il miglior attacco con 20 reti all’attivo, uno in più di Chieti e Teramo. Rossoblù sambenedettesi anche con la miglior difesa: soli 5 gol incassati e con il portiere Orsini imbattuto da ben 4 turni.
Le peggiori difese, con 20 reti incassate, sono quelle della recanatese, dell’Avezzano e dell’Isernia. Le squadre che hanno perso più partite Recanatese e Avezzano: 7 su 12. Maggior numero di vittorie, 7, della Samb che è anche la squadra con il minor numero di sconfitte (solo 1) come Chieti e Teramo. Al comando della classifica dei marcatori, con 9 reti, Francesco Casolla (2 rigori) del Fossombrone seguito dall’under rossoblù Lonardo (classe 2005) con 7. Con 6 reti ciascuno Banegas Pablo Ezequiel (3 rigori) dell’Aquila, Galesio Luis Fabian (2 rigori) del Teramo, Fall del Chieti e Cascio Facundo dell’Isernia. Resistono i records del Castelfidardo e della Samb che hanno vinto una partita con il più alto numero di reti, 5, rifilate rispettivamente a Termoli e L’Aquila. Recanatese-Atletico Ascoli (3-4) e Sora-Isernia (3-4) i novanta minuti con il più alto numero di reti: 7.
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