di Marco Braccetti
Cittadinanza onoraria sambenedettese a Benito Mussolini. Nel servizio che Cronache Picene ha pubblicato pochi giorni fa ci si interrogava sulle intenzioni del Comune alla luce della ricerca storica che ha portato a scoprire l’onorificenza concessa al Duce nel lontano 1924. Ci si domandava: cosa farà l’amministrazione Spazzafumo?
Ora, dopo un’analisi approfondita dei documenti in materia, possiamo dire cosa non farà. Sicuramente, il Consiglio comunale di San Benedetto non sarà chiamato ad una revoca formale della cittadinanza onoraria. Infatti, il nuovo “Regolamento per la concessione delle civiche benemerenze” (approvato nel 2022) stabilisce che un’eventuale revoca può essere disposta solo se il cittadino onorario è ancora in vita. Considerando che Mussolini è morto nel 1945, l’assise attualmente presieduta da Eldo Fanini non sarà chiamata ad un’eventuale procedura formale di cancellazione.
Tutto finito? Niente affatto. Sulla questione, infatti, s’è fatto sentire l’ex sindaco Giovanni Gaspari, alla guida della città nel decennio 2006-2016. «Anche se non serve una revoca formale, penso sia necessario che il Consiglio esprima una presa di distanze dal valore simbolico. I consiglieri – argomenta l’ex primo cittadino – lo facciano anche per onorare la memoria delle tante vittime del bombardamento che la città subì il 27 novembre 1943: tragedia scaturita dalla guerra nella quale quel pazzo, criminale, di Mussolini trascinò il nostro Paese». Gaspari sottolinea come durante il suo mandato decennale non fosse mai venuto a sapere della cittadinanza onoraria al dittatore.
La scelta di San Benedetto va contestualizzata in un periodo – l’inizio del regime Fascista – nel quale le autorità nazionali spingevano per far aumentare il prestigio dell’allora capo del Governo, anche tramite simili atti di omaggio popolare. Non a caso, lungo tutto lo Stivale, si contano centinaia e centinaia di Comuni che, in quegli anni, accolsero Mussolini come cittadino onorario. Una scelta che, riletta con la consapevolezza odierna, fa discutere non poco. Infatti, negli ultimi tempi, molti Comuni hanno scelto di revocare la cittadinanza all’uomo di Predappio, con passaggi in Consiglio comunale anche solo dalla valenza simbolica.
Si contano casi anche nelle Marche. Da ultimo, quello di Serra de’ Conti, in provincia di Ancona, dove c’è stato un acceso dibattito in Consiglio comunale, avvenuto all’inizio di questo mese. Tornando a San Benedetto: oggi non ci è dato sapere se il Duce sia mai venuto a conoscenza della scelta del Consiglio comunale, né di eventuali sue reazioni all’essere anche un sambenedettese. Va detto che la città era profondamente diversa da quell’attuale, sia come territorio che come abitanti. Il censimento del 1921 contò 14.402 residenti e, nel 1924, Porto d’Ascoli era ancora sotto Monteprandone. Ma, sicuramente, Mussolini conosceva la località e le sue caratteristiche socio-economiche. Non a caso, risulta più di un incontro con i pescatori della Riviera: ricevuti a Roma, anche a Palazzo Venezia.
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