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Luoghi incantati della Laga: tra i boschi ecco il tesoro della leggendaria fortezza

ACQUASANTA TERME - L'itinerario che parte dal valico di San Paolo e arriva alla Macera della Morte è un concentrato di bellezza e colori. Camminando tra alberi e arenaria ci si muove a cavallo di Marche e Abruzzo con una visuale a 360 gradi che inquadra Vettore, Montagna dei Fiori fino addirittura al Gran Sasso. La mitica Rocca di Montecalvo eretta prima del mille divenne covo dei briganti
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I resti della mitica Rocca di Montecalvo

 

di Luca Capponi 

 

Leggenda narra che sotto la fortezza vi sia sepolto un tesoro, nascosto lì forse dai banditi che per un periodo vi hanno albergato. E che in tanti, nel corso dei decenni, abbiano tentato la sorte scavando alla ricerca del colpo grosso. Senza magari rendersi conto che la vera fortuna ce l’avevano davanti agli occhi: paesaggi sconfinati, montagne, boschi, grandi blocchi di arenaria dalla magnetica conformazione, colori vividi. A cavallo tra Marche e Abruzzo, sulla cresta che osserva dall’alto il fiume Tronto e il Castellano e da lì tutte le montagne intorno, a 360 gradi: Vettore, Montagna dei Fiori, Ascensione fino al Gran Sasso che fa magicamente capolino. Uno scenario in 3D, per usare un termine cinematografico. In tal caso però è tutto vero, tutto dal vivo. Altro che gli schermi di ultima generazione.

L’inconfondibile sagoma del Vettore

 

 

Siamo al valico di San Paolo (quasi mille metri di altitudine), a due passi dalla frazione di San Martino nel territorio di Acquasanta Terme, tra i Monti della Laga. Un altro spettacolo nello spettacolo offerto da questo impagabile territorio. A portata di mano in tutte le stagioni e, a costo di ripeterlo all’infinito, meritevole di piacevoli (ri)scoperte. Una passeggiata qui ritempra corpo e anima.

 

Uno degli elementi caratteristici del luogo è sicuramente la Rocca di Montecalvo, castello costruito ben prima dell’anno mille ed appartenuto alla famiglia Guiderocchi, fortificata due secoli dopo per la sua vicinanza col Regno di Napoli e col Castel Manfrino di Macchia da Sole (leggi qui)  e poi abbattuta poiché divenuta covo dei briganti che imperversavano in queste zone, su tutti il mitico Giovanni Piccioni. La si incontra dopo pochi minuti di cammino, arroccata su una rupe, col suo carico di storia che ne mantiene intatto il fascino, anche se siamo in presenza di una rovina abbandonata (purtroppo) o poco più.

Rocce di arenaria dalla magnetica forma

 

L’escursione integrale giunge fino agli oltre 2.000 metri del monte Macera della Morte ma è ben lunga da percorrere coi suoi 15 chilometri totali. Qui non è però importante arrivare, ma godere del paesaggio. A prescindere dal tempo che si ha disposizione. Dunque, meglio lasciare spazio alle immagini che siamo riusciti a scattare tra una meraviglia e l’altra.

 

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