Quali i rischi derivanti dall’esposizione a un campo elettromagnetico di ampia portata? Ne ha parlato questa mattina Luca Eboli nel morning show di Radio FM1 con Emidio Pipponzi, co-titolare di Cialab e l’ingegner Giovanni Mancini e l’ingegner Luca Fenucci.
Pipponzi ha introdotto così i suoi collaboratori: «Questo è il sesto incontro che facciamo per approfondire questa tematica. Parlerà dei vari rischi in ambiente lavorativo con l’ingegner Giovanni Mancini, con noi da più di 20 anni, mentre l’ingegner Luca Fenucci tratterà un altro aspetto, quello domestico. Ci sono vari studi che collegano l’esposizione a campi elettromagnetici intensi a patologie di vario genere e chiaramente destano preoccupazione».
Cos’è un campo elettromagnetico
«In linea generale un campo elettromagnetico è sostanzialmente, passatemi i termini non specifici, una variazione di uno stato che trasferisce un’energia da un punto a un altro. Quest’onda nella gran parte dei casi fa molto paura, perché non si vede non si sente non è conosciuta e, quindi, di conseguenza c’è sempre un minimo di apprensione quando si parla di questo di questo argomento» ha esordito Mancini.
Le onde elettromagnetiche in ambito lavorativo
«All’interno dell’onda elettromagnetica relativa all’ambiente di lavoro si fa riferimento una normativa abbastanza specifica, che ricade nel decreto legislativo 81/08 che è attualmente in vigore per la valutazione dell’esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici.
Quello che andiamo a constatare con i miei colleghi con valutazioni, studi e strumentazione specifica è proprio l’esposizione.
Il campo elettromagnetico s’instaura all’interno di determinate frequenze. Andiamo dalle bassissime frequenze di un elettromagnete a quelle basse della classica rete a 50 hertz, per poi passare alle antenne di trasmissione radio fino alle microonde legate a sistemi radar, per esempio, che hanno frequenze molto più alte. L’esposizione dipende dall’intensità del campo, ma, per l’appunto, anche dalla frequenza della sorgente da cui viene trasmessa».
Gli effetti
«Gli effetti sono forse sono ancora poco conosciuti, negli anni sono stati approfonditi da vari studi. Se vogliamo dare una linea generale sono essenzialmente due:
• Non termici, legati a un’interazione del campo con i tessuti del corpo, per esempio un’induzione di corrente;
• Termici: si è visto come un riscaldamento anche limitato di parti del corpo, quindi, può portare a questo effetto.
Questi sono gli effetti diretti. Non meno importanti sono gli effetti indiretti, legati al fatto che possono esserci all’interno di un campo elettromagnetico anche innanzitutto persone con particolari esigenze o particolarmente sensibili, come chi è portatore di dispositivi come il pacemaker o piastre metalliche».
Successivamente si è passati all’ambito domestico, con i consigli dell’ingegner Luca Fenucci.
Le antenne telefoniche
«La classica domanda che ricevo è: “Ingegnere, mi hanno installato un’antenna di 30 metri davanti casa, che fare? Iniziamo, sfatando falsi miti: non andate a cercare su Google. Le antenne sono quei pannelli che voi vedete sul palo; quindi, è il palo che è alto 30 metri e le antenne sono quei pannelli bianchi che hanno delle dimensioni di circa 2 metri.
Queste antenne per telefonia mobile irradiano energia elettromagnetica in uno spazio circostante non in modo uniforme, ma secondo delle direzioni di puntamento privilegiate. Questo sia in maniera orizzontale, quindi se io ho un’antenna che punto in una direzione, la casa dietro non riceverà alcuna onda elettromagnetica, sia verticale in cui l’irradiamento elettromagnetico è molto più confinato.
Parte dall’antenna un cono di radiazione di ampiezza circa 6 gradi, è chiaro che è un cono e quindi si apre con la distanza, però è altrettanto chiaro che le abitazioni più in prossimità dell’antenna sono quelle meno coinvolte in realtà.
Questo è quello che volgarmente si chiama “effetto ombrello”. Il cono consente alle abitazioni più vicine di non essere investite direttamente e a quelle più distanti di godere del beneficio dell’antenna».
Gli oggetti in casa
«Adesso sono in voga i piani di cottura a induzione che hanno dei campi elettromagnetici relativamente importanti, tant’è che tutti noi magari non lo sappiamo quando acquistiamo i piani di cottura e induzione. Se si legge il manuale c’è scritto, per esempio, i portatori di pacemaker devono stare a qualche metro di distanza quando il piano di cottura è in funzione. Basta usarli con consapevolezza.
Altro oggetto di cui possiamo parlare è la friggitrice ad aria. Come qualsiasi altro elettrodomestico estremamente energivoro, porta con sé dei campi elettromagnetici. Stare nei pressi, comporta chiaramente all’esposizione a questi livelli di campo. Nei cavi ad alta tensione, si genera un campo magnetico importante, ma quello che viene percepito è il rumore scambiato per quello della friggitrice».
I contatti
Come ricordato da Pipponzi in chiusura, parlare con gli esperti Cialab è semplice: «Chi ha dubbi, trova i nostri contatti, compresi quelli telefonici, nel sito www.cialab.it oppure può venirci a trovare nelle nostre sedi di Ascoli, Fermo, Montegiorgio, Servigliano e San Benedetto del Tronto. Siamo a disposizione».
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